Tendini, mantenerli in salute grazie a pesce, broccoli, cioccolato e sport

10. Quando un tendine è a rischio?

Sono diverse le condizioni che possono mettere “a rischio” la salute dei tendini: «Classicamente si è sempre pensato all “over-use” come causa principale di tendiniti e, in effetti, molte attività sportive di resistenza, dalla maratona al triathlon per esempio, o semplicemente un’attività fisica ripetuta in eccesso o al di là delle capacità di resistenza specifica dei nostri tendini, possono minarne il buono stato di salute. Dobbiamo però anche ricordare che esistono anche tendiniti che insorgono per “under-use” (ovvero “sottoutilizzo”) del tendine, dovute per esempio a periodi di immobilizzazione, ad eccessiva sedentarietà o, non di rado, all’interruzione di un’attività sportiva praticata a livello agonistico che comporti una rapida perdita di massa muscolare. In questo caso il tendine non lavora più in condizioni biomeccaniche ottimali e si ammala; lo stesso dicasi anche per tutte quelle condizioni cliniche di “deformità” del piede (es. piede piatto o piede cavo), che aumentano il rischio di tendiniti, così come posture e gestualità lavorative che costringono i tendini a lavorare sotto stress».

«D’altro canto, anche l’esecuzione di gesti sportivi senza l’impiego della tecnica o dell’attrezzatura adeguate comportano stress per i tendini e favoriscono l’insorgenza di tendinopatie; pensiamo per esempio all’importanza di scegliere una calzatura adatta per il running o alla racchetta per il tennis».

«Sarebbe più corretto parlare in generale di “mal-use” (cioè non corretto utilizzo) come causa favorente l’insorgenza di una patologia tendinea: in generale, tutte quelle condizioni in cui il tendine lavora in condizioni biomeccaniche sfavorevoli, che si discostano cioè da una fisiologica stimolazione meccanica che è fondamentale per il mantenimento del suo stato di benessere. I limiti del “fisiologico” (ovvero della normalità) sono inoltre diversi da un individuo a un altro, in funzione di età, peso, sesso, conformazione anatomica, livello di allenamento sportivo ed eventuali malattie concomitanti».

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Dott.ssa Maria Cristina D'Agostino: