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Oms, un bambino su cinque senza vaccini di base

12/05/2015

Vaccinazione globale entro il 2015 più lontana. Un bambino su cinque non ha ricevuto i comuni vaccini salva vita. A denunciarlo è l’Organizzazione mondiale della Sanità: immunizzare tutti quelli che ne hanno bisogno può evitare un milione e mezzo di morti ogni anno per malattie evitabili. Sono 22 milioni i bambini non vaccinati nel 2013 per la difterite, il tetano e la pertosse. Secondo l’agenzia Onu è necessario uno sforzo ulteriore da parte dei singoli Stati per progredire verso quest’obiettivo.

Il 2015 è uno spartiacque: è stato scelto come anno limite per il raggiungimento di sei traguardi definiti dal Global Vaccine Action Plan, un accordo sostenuto da tutti i 194 i membri dell’Oms per l’immunizzazione globale. Oltre all’immunizzazione del 90% dei soggetti contro difterite, tetano e pertosse, il piano prevede l’eliminazione del morbillo in quattro regioni del mondo, della rosolia in due, della poliomelite, del tetano neonatale e materno e, infine, l’introduzione di vaccini sotto utilizzati. Quest’ultimo è l’unico traguardo raggiungibile: almeno il 90% dei Paesi a basso e medio reddito introdurranno uno o più vaccini sotto utilizzati entro la fine di quest’anno.

Gli altri sono fuori portata. Ad esempio, resta ancora un grosso insieme di bambini non vaccinati contro il morbillo, pari al 16%, percentuale che sale al 50% per la rosolia. Tra le azioni che possono essere messe in campo per centrare i sei obiettivi, l’Oms punta a raggiungere le zone più remote e inaccessibili dei Paesi a basso tasso di vaccinazioni, a rafforzare i sistemi sanitari e a semplificare le procedure per la consegna e l’inoculazione dei vaccini, anche integrando l’immunizzazione con altri servizi sanitari.

 

Fatti progressi, ma ancora molti ostacoli: la fragilità di alcuni Paesi rallenta l’azione dell’Oms

«L’immunizzazione mondiale sarà garantita quando si sarà raggiunto l’ultima casa dell’ultimo villaggio, ma c’è ancora tanto da fare», spiega il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. «Gli ostacoli sono tanti e spesso resistono alle capacità e ai mezzi dell’Oms: tra questi, per esempio, la fragilità dei sistemi politici di alcuni Paesi come Afghanistan e Siria che allontana il traguardo dell’eliminazione della poliomelite. Ancora, la comparsa di alcune patologie, come l’epidemia di Ebola, ha rallentato le diverse iniziative di salute pubblica».

«Negli ultimi anni sono stati fatti tanti progressi grazie all’azione di istituzioni e organizzazioni internazionali. Tra queste anche la Gavi Alliance a cui ha partecipato anche l’Italia, e che ha fatto molto per la diffusione della pratica dei vaccini, per la riduzione del loro costo e per la promozione del vaccino contro lo pneumococco che può salvare la vita a 700mila bambini ogni anno», conclude il professor Mantovani, già membro del board di Gavi.

La denuncia dell’Oms segue di pochi mesi un altro richiamo indirizzato anche all’Italia sul calo delle vaccinazioni. L’Italia è tra i sette Paesi della regione europea in cui ancora si diffonde il morbillo: nel 2014 ne sono stati registrati 1600 casi mentre nel 2013 la copertura è stata dell’88,1%.

 

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