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Un’iniezione di ormoni per lui contro il rischio di gravidanze non volute?

16/11/2016

La ricerca sulla “pillola” maschile ha segnato nuovi progressi. Un team internazionale ha testato con parziale successo un contraccettivo ormonale per lui. Ma nello studio pubblicato su Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, gli scienziati sottolineano come sia necessario procedere con ulteriori studi per ridurre i rischi di effetti collaterali, anche severi, come la depressione.

La ricerca è da tempo impegnata nel trovare anche per l’uomo un contraccettivo efficace al pari di quelli disponibili per le donne. In questo caso gli autori dello studio al quale partecipa anche l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, hanno coinvolto 320 uomini tra 18 e 45 anni di età.

I partecipanti non avevano problemi di salute ed erano impegnati in relazioni con un solo partner tra 18 e 38 anni di età da almeno un anno. Prima dello studio sono stati sottoposti a spermiogramma per certificare valori nella norma della concentrazione di spermatozoi.

Per 26 settimane agli individui sono stati somministrati per via iniettiva degli ormoni (200 milligrammi di noretisterone enantato, un progesterone, e 1000 mg di testosterone undecanoato) con una cadenza di 8 settimane. La doppia iniezione aveva come scopo la riduzione della concentrazione di spermatozoi. Dopo 8 e 12 settimane, durante la cosiddetta fase di soppressione, sono stati raccolti campioni di liquido seminale. Nella seconda fase dello studio alle coppie sono state date istruzioni per usare altri metodi di contraccezione non ormonale.

Un altro ormone oltre al testosterone per ridurre il rischio di effetti collaterali

Una volta che la concentrazione di spermatozoi era stata ridotta a meno di 1 milione per millilitro, alle coppie è stato chiesto di fare affidamento a queste iniezioni per il controllo della fertilità. Nella fase cosiddetta di “efficacia” dello studio, ogni 8 settimane fino a 56 settimane, sono stati somministrati gli ormoni. È emerso che gli ormoni erano stati in grado di ridurre la concentrazione a 1 milione/ml entro 24 settimane in 274 partecipanti. Il contraccettivo era stato efficace in quasi il 96% dei casi nella fase di “efficacia”, caratterizzata da sole 4 gravidanze.

Tuttavia sono emersi effetti collaterali come depressione e disturbi dell’umore oltre a dolore muscolare, acne e calo della libido. 20 uomini hanno abbandonato lo studio proprio per questi motivi. Nel 40% circa dei casi gli eventi avversi non erano associati alle iniezioni, ma tra quelli seri probabilmente o possibilmente correlati invece, c’è stato il caso di un uomo in cui è stato riscontrato l’aumento della frequenza cardiaca e il battito irregolare in un uomo dopo la fine del trattamento.

(Per approfondire leggi qui: Sesso, un fascio di luce per accendere il desiderio maschile?)

«Quello in questione è il primo studio multicentrico e prospettico a mostrare come un mix di ormoni sia in grado di sopprimere efficacemente la spermiogenesi, ovvero l’ultima fase del processo di formazione degli spermatozoi», ricorda il dottor Alessandro Pizzocaro, andrologo dell’ospedale Humanitas. «Resta però il tema degli effetti collaterali per cui sono necessarie ulteriori sperimentazioni per rendere questo metodo di contraccezione efficace e privo di effetti collaterali».

L’azione del testosterone per sopprimere la concentrazione di spermatozoi e ridurre il rischio di gravidanze è nota da tempo, «tuttavia sono necessarie alte dosi affinché questo ormone possa agire efficacemente. Ma ad alte dosi gli effetti collaterali sono un rischio reale, dall’aumentata viscosità del sangue, un fattore di rischio per eventi trombotici, alla ginecomastia. In questo studio – spiega lo specialista – si è fatto ricorso a un ormone progestinico allo scopo di ridurre la dose di testosterone».

Perché è difficile ottenere un contraccettivo maschile?

«Oltre che per il discorso sull’attività del testosterone (dosi ed effetti collaterali), perché l’uomo produce milioni di spermatozoi da sopprimere e potenzialmente ne basta uno per fecondare un ovulo. In attesa dell’equivalente della “pillola” maschile non resta che fare affidamento ai contraccettivi per lei e al preservativo che, ricordiamo, è anche l’unico strumento con cui prevenire il contagio delle malattie sessualmente trasmissibili», conclude il dottor Pizzocaro.

(Per approfondire leggi qui: Preservativo, vendite in calo per lo scudo contro Hiv, herpes e gonorrea)

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