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Cinema-terapia, nella riabilitazione neurologica contro stress e paura

16/11/2016

Sono passati tre anni da quando il cinema è entrato nell’ospedale Humanitas. Da allora il grande schermo è stato utilizzato come uno strumento a supporto della terapia di alcune categorie di pazienti. Per un paio di ore le persone ricoverate provano a dimenticare le sofferenze e a guardare oltre e altrove: «Come può capitare a tutti anche il paziente-spettatore si identifica con i protagonisti delle storie narrate dal film cambiando il modo di vedere le cose», dice il dottor Bruno Bernardini, responsabile di Riabilitazione Neurologica dell’ospedale Humanitas. Lo specialista ha parlato dei benefici per la riabilitazione della visione cinematografica nel corso di Life-Obiettivo Benessere in onda su Radio1.

L’appuntamento con la cinema-terapia si rinnova in ospedale grazie alla Fondazione Humanitas. Era il 30 ottobre del 2013 quando fu inaugurato il primo progetto pilota di MediCinema in Humanitas: «Sebbene l’esperienza del cinema in corsia non fosse una novità, l’inserimento della visione di film nella routine terapeutica per pazienti neurologici era invece un esperimento ancora non del tutto provato. I risultati sono stati positivi tanto per i pazienti quanto per i loro cari», ricorda il dottor Bernardini.

(Per approfondire leggi qui: Anteprime cinematografiche in Humanitas con MediCinema)

«Il percorso riabilitativo – continua l’esperto – dura da diverse settimane a qualche mese ed è gravato da ansia, incertezze e paura sul recupero futuro. Il cinema diventa così un veicolo di situazioni che possono fare da “specchio” rispetto a quanto il paziente sta vivendo. Le storie raccontate sul grande schermo diventano dei mediatori per ridurre lo stress, la paura e l’incertezza che un soggetto può provare».

Quali sono i benefici della cinema-terapia?

«Grazie al cinema si beneficia di una sorta di “effetto pausa”, di sospensione dal dolore, non solo a beneficio delle persone ricoverate ma anche di chi lavora con i pazienti e dei loro parenti. Il cinema, visto come esperienza dal valore terapeutico, non ha solo un effetto distraente rispetto alle condizioni personali dell’individuo, ma lo aiuta anche a guardare oltre, a pensare in qualche modo al futuro. L’ambiente si arricchisce di stimoli diversi da quelli focalizzati sulla malattia: è una stimolazione che lavora dal punto di vista cognitivo e affettivo e che facilita, infine, anche i rapporti sociali», conclude il dottor Bernardini.

(Per approfondire leggi qui: Più arte per il 2016: un buon proposito salutare per l’anno nuovo)

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