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Il caldo è come l’alcol: in macchina a 35° è come guidare da ubriachi

23/07/2015

In macchina con un gran caldo e temperature di 35°C è come guidare da ubriachi. Il caldo avrebbe lo stesso effetto debilitante dell’alcol. Mettersi al volante di una macchina che è stata a lungo sotto il sole è come se si guidasse con un tasso alcolemico di 0,5 grammi per litro di sangue. Il paragone tra il caldo e l’alcol arriva dalla casa automobilistica spagnola Seat.

Dati scientifici alla mano, gli esperti del settore sostengono che la guida in un abitacolo troppo caldo è pericolosa. Gli errori più comuni sono quello di entrare subito in una macchina surriscaldata e accendere i condizionatori senza far aerare la vettura. Basta mezz’ora sotto il sole con temperature esterne di 35° per superare i 50° nella vettura. Trenta secondi con tutti i finestrini giù possono far abbassare un po’ le temperature interne: il picco di calore passa e solo dopo si può accendere l’aria condizionata.

Guidare con temperature interne altissime è come farlo in stato d’ebbrezza?

«È un paragone piuttosto calzante, anche se non è esattamente la stessa cosa. Alcuni sintomi di entrambe le condizioni sono simili», spiega il dottor Antonio Voza, responsabile del Pronto Soccorso – EAS dell’IRCCS Humanitas Research Hospital. «Questo perché sia il gran caldo nella macchina che l’alcol in corpo – continua – provocano una rapida vasodilatazione, l’abbassamento della pressione e una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello. Chi è alla guida, pertanto, potrebbe avere una soglia di attenzione inferiore e dei riflessi meno pronti».

Un consiglio per evitare di mettersi al volante in queste condizioni?

«Il buon senso aiuta sempre: prima di entrare in macchina aerare l’abitacolo. Non accendiamo subito l’aria condizionata dopo aver chiuso subito gli sportelli, meglio far arrivare la temperatura interna al livello di quella esterna».

Dalla casa automobilistica arriva invece il consiglio di regolare il climatizzatore, se possibile, sull’impostazione automatica in modo che l’aria fresca venga distribuita uniformemente all’interno dell’abitacolo.

Viaggiare con l’aria condizionata è un rischio per la salute?

«Se si mettono in pratica piccole precauzioni no. In primo luogo non tenere temperature troppo basse per evitare shock termici, soprattutto con bambini a bordo. Uno sbalzo improvviso abbatte repentinamente le difese immunitarie. Quei malanni di stagione che imputiamo all’aria condizionata sono invece riconducibili agli sbalzi termici», precisa il dottor Voza.

«Ancora, meglio non dirigere direttamente le bocchette del condizionatore sul corpo: contratture muscolari, cervicalgia e dolori al torace sono dietro l’angolo». (Per approfondire leggi qui: “Cervicale”, l’insidia dell’estate con l’aria condizionata)

Con l’aria condizionata si rischia la disidratazione? «Se in macchina si passa poco tempo no. La disidratazione potrebbe sopraggiungere in caso di viaggi molto lunghi. In questo caso, inoltre, è bene alternare un po’ l’aria condizionata all’aria che entra dai finestrini», conclude lo specialista.

 

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