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Mers, in Europa basso rischio contagio

19/06/2015

È di 24 morti il bilancio dell’epidemia di Mers in Corea del Sud. In Europa è stato invece registrato il primo decesso del 2015: un 65enne tedesco ha probabilmente contratto il virus dopo un viaggio negli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia i rischi contagio per l’Europa sono scarsi, dicono le autorità sanitarie europee.

Da maggio la Corea del Sud sta facendo i conti con questa malattia, la Sindrome respiratoria Mediorientale da coronavirus. I contagi sono finora 166, di cui uno in Cina. Tuttavia il numero di nuovi casi che si verificano ogni giorno sembra essere in declino, sottolinea l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità che stima il numero dei decessi causati dalla Mers in almeno 455 persone dal 2012.

Il virus è stato isolato per la prima volta nel 2012 in Arabia Saudita ma del modo in cui si trasmette non si sa ancora tutto. In tre anni sono stati registrati casi di infezioni in diversi Paesi dell’area mediorientale ma in Europa non c’è da preoccuparsi. Gli esperti dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, hanno confermato tuttavia che quest’epidemia di Mers pone un rischio basso per l’Unione europea. Sono stati segnalati casi in alcuni Paesi europei dopo viaggi in Medio Oriente o dopo un contatto diretto con casi confermati o probabili.

Quali sono i sintomi?

«I sintomi hanno un periodo di incubazione di 12 giorni e si manifestano con febbre e sintomi a carico delle alte e basse vie aeree come mancanza di respiro, tosse, naso che cola, starnuti. Spesso si associano brividi, mal di testa e mal di gola a volte dolori gastrointestinali», risponde la dottoressa Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’apparato respiratorio dell’ospedale Humanitas. «I decessi sono causati da complicazioni respiratorie (polmoniti e insufficienza respiratoria acuta) e renali (insufficienza renale). A oggi se ne sono registrati solo tra persone con un sistema immunitario debole o con malattie croniche che rendevano precaria la loro salute come ad esempio tumori, malattie a carico del sistema respiratorio o renale di tipo cronico».

Come avviene il contagio di Mers?

«Tra le persone il virus si trasmette non per via aerea ma via droplets cioè attraverso le goccioline di saliva a distanza ravvicinata. Bisogna stare a stretto contatto con una persona che ha il virus e che sia sintomatica perché questo venga trasmesso – aggiunge la specialista – . Per questo è necessario evitare il contatto ravvicinato, lavarsi le mani di frequente anche con soluzioni alcoliche in gel e se si dovessero incontrare persone con sintomi sospetti, indossare le mascherine chirurgiche».

«Al momento l’Oms non dà indicazioni sulla limitazione ai viaggi aerei anche nelle zone endemiche. In ogni caso i centri sanitari di tutto il mondo si stanno organizzando per affrontare un’eventuale emergenza di Mers», avverte la dottoressa Puggioni.

Esiste un vaccino per la Mers?

«Il vaccino non è disponibile. In alcuni casi sperimentali si è cercato di iniettare il plasma delle persone che sono sopravvissute alla patologia nelle persone malate per trasmettere loro gli anticorpi. Al momento la terapia è mirata al trattamento delle complicazioni e dei sintomi valutati su ogni singolo caso», conclude la specialista.

 

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