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Alberto Mantovani: aviaria, attenzione ma non allarmismo

25/10/2005

Un’infezione causata da virus influenzali che colpisce sia gli uccelli selvatici sia i volatili domestici (polli, anatre, tacchini…) causando molto spesso anche la morte dell’animale: è la tanto temuta influenza aviaria. Tutti ne parlano, molti la temono. In realtà si tratta di un virus che, per ora, all’uomo si è trasmesso solo con il contatto diretto con l’animale infetto vivo. Casi limitati, anche se quando ciò è accaduto il virus ha causato una mortalità superiore al 50%.
E’ giustificato, quindi, l’allarmismo che si sta diffondendo? Come dobbiamo comportarci? A che cosa occorre stare attenti? Ne parliamo con il prof. Alberto Mantovani, immunologo dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Scientifico di Humanitas.

Come può essere contagiato l’uomo?
“L’uomo può infettarsi con virus dell’influenza aviaria a seguito di contatto diretto con animali infetti, il loro sangue o le loro feci, mentre non c’è alcuna evidenza di trasmissione attraverso il consumo di carni o uova dopo la cottura”.

Durante le fasi acute della ‘normale’ epidemia influenzale si potrà contrarre anche l’aviaria?
“No. Si tratta di due malattie diverse, causate da agenti virali simili ma non identici. Alcuni studiosi suppongono che la contestualità delle due epidemia (umana e aviaria) possa facilitare una ricombinazione genetica fra i due virus e quindi ‘creare’ un nuovo virus capace di infettare anche l’uomo e di generare epidemia fra la popolazione mondiale. Su questo, però, l’OMS sta vigilando.

Nei confronti di cosa, quindi, dobbiamo mantenere alta l’attenzione?
“Credo sia utile mantenere alta l’attenzione sulle eventuali informazioni specifiche che le autorità ministeriali competenti diffonderebbero in caso di coinvolgimento della popolazione avicola nazionale nell’epidemia aviaria”.

Quali precauzioni possono essere adottate per evitare l’infezione?
“Sia l’OIE (Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale) sia l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sottolineano l’importanza del rispetto delle pratiche igieniche manipolazione, preparazione, somministrazione e consumo di pollame, con particolare riguardo agli accurati lavaggio delle mani e cottura delle carni e delle uova. Ai soggetti che si recano nelle aree geografiche colpite, si raccomanda inoltre di evitare in generale contatti con animali vivi e con loro carcasse, nonché la frequenza di mercati e fiere dove vi sia esposizione e commercio di animali”.

Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria nell’uomo?
“Il periodo di incubazione è di circa un settimana. Poi, i sintomi possono variare da un quadro simil-influenzale a forme più gravi che possono mettere a rischio la vita”.

Come si trasmette l’influenza aviaria negli uccelli?
“Alcuni uccelli acquatici fungono da ‘serbatoi’ del virus, anche senza mostrare una sintomatologia evidente. Il contatto di altri uccelli con la loro saliva, le secrezioni respiratorie e le feci, o con acqua contaminata da questi, determina la trasmissione dell’infezione”.

E’ utile la vaccinazione antinfluenzale?
“Secondo le nostre attuali conoscenze, la ‘comune’ vaccinazione antinfluenzale non ha un ruolo protettivo specifico verso il ceppo virale A-H5N1 dell’influenza aviaria. Questo sarà possibile con un vaccino specifico allestito contro il “nuovo virus” aviario responsabile della eventuale epidemia umana. Tuttavia, vaccinarsi può essere comunque utile – e dunque consigliato – per rinforzare le difese del sistema immunitario”.

Di Monica Florianello

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