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Tumori, mortalità in calo

12/03/2015

Il cancro uccide di meno. Dal 1996 la mortalità per tumori è crollata del 18% negli uomini e del 10% tra le donne. Sono i dati incoraggianti del dossier “I numeri del cancro in Italia, 2014”, diffuso dall’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, e dall’Airtum, l’Associazione italiana registri tumori. Stabile invece il numero dei nuovi casi di tumore nell’anno passato: 365mila e 500 rispetto ai 366mila del 2013.

In vent’anni si sono raccolti i frutti delle campagne di prevenzione, anche se il tabacco resta un nemico difficile da scalfire: un terzo degli under 35 fuma. E infatti c’è stato un vero e proprio boom del cancro ai polmoni nelle donne, con un aumento del 61% in 18 anni. Inoltre, nel 2011 (ultimi dati Istat disponibili) questa forma di tumore è stata la prima causa di mortalità negli uomini (27%, per un numero totale di 33.706 decessi) mentre nelle donne lo è stata il tumore al seno (17%, quasi 12mila vittime). Complessivamente i decessi sono stati 167mila e 303.

 

Contro il fumo c’è ancora tanto da fare

«Il merito va attribuito a una serie di fattori, non solo alla prevenzione». È questa l’opinione del dottor Armando Santoro, direttore del Cancer Center di Humanitas. «La mortalità è diminuita – continua lo specialista – perché tutti hanno cominciato a prestare maggiore attenzione agli stili di vita; sono state molto utili le campagne di screening per la diagnosi precoce; sono state affinate sia le tecniche chirurgiche sia le attrezzature radioterapiche e nuovi farmaci per il trattamento dei tumori si sono rivelati efficaci». Ma contro il fumo c’è ancora molto da fare. «Serve uno sforzo ulteriore per allontanare soprattutto i più giovani da questa cattiva abitudine. Aumentare la tassazione potrebbe essere una strada da seguire: in Italia il numero di morti per cancro ai polmoni potrebbe diminuire di 20/25mila unità», spiega.

Tra le diagnosi, il cancro del colon retto è il più frequente con quasi 52mila diagnosi stimate nel 2014, seguito da quello della mammella (48mila), del polmone (40mila), della prostata (36mila) e della vescica (26mila). È aumentata la sopravvivenza media a 5 anni rispetto a quella dei casi diagnosticati nei quinquenni precedenti sia per gli uomini (dal 39% del 1990-92 al 57% nel 2004-07), sia per le donne (dal 53 al 63%). Nel 2020 si stimano 4 milioni e mezzo di diagnosi, somma di nuove diagnosi, sopravvivenza e invecchiamento nella popolazione. «Con l’incremento dell’età media della popolazione e del numero crescente di sopravviventi guariti, il sistema sanitario si dovrà occupare di un numero sempre maggiore di pazienti anziani con problemi oncologici, anche concorrenti con altre patologie», avverte il dottor Santoro.

La pubblicazione si sofferma infine sui cosiddetti “secondi tumori”, ovvero sulla probabilità di ricevere una seconda diagnosi dopo la prima. Il rischio cresce negli anni ed è pari, in media, al 10% rispetto alla popolazione generale. Un incremento che si registra in particolare nelle persone esposte a fattori cancerogeni come fumo e alcol.

 

Commento a cura del dottor Armando Santoro

direttore del Cancer Center di Humanitas

 

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