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Aids, infezioni da Hiv in aumento. I consigli per la prevenzione

01/12/2015

I casi di infezione da virus dell’HIV-1 in Europa sono in aumento. Nel 2014 le nuove diagnosi sono state oltre 142 mila, il numero più alto dagli anni ’80, mentre nell’anno precedente si sono registrate 136 mila nuove infezioni. All’interno dell’area euro le nuove infezioni sono state poco meno di 30mila. I dati sono stati riportati dall’agenzia AIDS dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (UNAIDS) e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. Ne parliamo con il dottor Domenico Mavilio, responsabile del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale in Humanitas.

«Il modo predominante di trasmissione sono i rapporti sessuali sia di tipo omosessuale che eterosessuale. Ad esempio, le diagnosi tra omosessuali maschi sono aumentate dal 30 al 42% in circa dieci anni (2005-2014). La maggiore incidenza di diagnosi di infezioni da HIV-1 riguarda i giovani fra i 25 e i 29 anni: 14,6 casi ogni 100mila persone. Si deve inoltre tenere in considerazione che questi dati sono certamente sottostimati, poiché molte persone sieropositive non sanno di esserlo e non si sottopongono al test in modo precoce o dopo i primi campanelli di allarme in seguito a un comportamento o rischio. E questo è sempre più spesso dovuto alla mancanza di un’informazione corretta».

(Per approfondire leggi qui: Hiv, anche in Francia disponibile il test “fai da te”)

In Italia aumentano i casi di trasmissione del virus Hiv per via sessuale

E l’Italia? Nel 2014 sono stati registrati 3695 casi. «Sulle modalità di trasmissione del virus aumentano i casi attribuibili alla trasmissione sessuale sia etero che omosessuale. Oltre il 50% dei casi di AIDS segnalati nel 2014 sono osservati in persone non consapevoli di essere sieropositive. Una tendenza osservata anche in Europa: i 2/3 delle diagnosi di AIDS nel 2014 sono state rilevate contestualmente o poco dopo la diagnosi di infezione da HIV-1. Ciò significa che queste persone sono state diagnosticate quando il loro sistema immunitario era già stato compromesso».

(Per approfondire leggi qui: Hiv, virus regredisce dopo 12 anni dalla sospensione della terapia)

Il 1° dicembre ricorre la Giornata mondiale dell’AIDS promossa dall’OMS. «L’unica vera notizia positiva è che aumenta globalmente il numero di persone che hanno accesso alla terapia anti-retrovirale, come affermato sempre dell’ultimo rapporto del 2014 di UNAIDS. Questo è un dato importante specialmente nei Paesi in via di sviluppo dove finalmente diminuisce il numero dei morti e di contagi, di pari passo con l’aumento dei programmi di prevenzione e terapia. Un risultato che però che stride con i numeri dei ricchi paesi occidentali che vedono un’inversione di tendenza per quanto riguarda le nuove infezioni che aumentano invece di diminuire».

Parliamo di prevenzione. La profilassi pre-esposizione può essere uno strumento efficace?

«Assolutamente sì, ma solo per le coppie stabili con un partner già sieropositivo».

E la circoncisione? «Sì, gli uomini circoncisi hanno meno probabilità di essere infettati con il virus dell’Hiv, un effetto protettivo probabilmente dovuto alle alterazioni del microbioma del pene osservate in chi si è sottoposto al questa pratica chirurgica».

Vaccinarsi contro le altre malattie sessualmente trasmissibili è uno mezzo di prevenzione? «No ed è bene chiarire che non esiste alcun vaccino preventivo e tanto meno terapeutico che possa prevenire o bloccare l’infezione».

(Per approfondire leggi qui: Hiv: ecco perché è ancora importante la prevenzione)

Il preservativo resta il metodo più sicuro per proteggersi dal rischio di infezione?

«Certamente si e, come spesso ripeto, dall’AIDS ci si salva… solo se non lo si contrae. Bisogna che sia chiaro, infatti, che non esiste ad oggi una cura certa e definitiva contro l’AIDS. Dobbiamo evitare in ogni modo di entrare in contatto con il virus ed esserne infettati, perché a quel punto è già tropo tardi. Rapporti protetti o con partner sicuri restano pertanto i due fattori più sicuri per non contrarre l’infezione».

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