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Hiv, anche in Francia disponibile il test “fai da te”

23/09/2015

Per l’infezione da Hiv è disponibile anche in Francia il test fai da te. Da pochi giorni, infatti, è arrivato nelle farmacie il kit per poter scoprire, in tutta autonomia, se si è entrati a contatto con il virus dell’Hiv. Ne parliamo con il dottor Domenico Mavilio, responsabile del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale in Humanitas

Il test è acquistabile senza prescrizione medica e consiste in un piccolo prelievo di sangue: ne basta una goccia. Il risultato sulla eventuale sieropositività o sieronegatività arriva nell’arco di 15-30 minuti. È specifico solo per l’infezione da Hiv e non è in grado di rilevare la presenza dei virus responsabili di altre malattie sessualmente trasmissibili. Infine, il prelievo di sangue deve essere effettuato a non meno di tre mesi di distanza dal rapporto sessuale che si considera a rischio, altrimenti gli anticorpi prodotti dal virus non sono rilevabili. Il prezzo del kit oscilla fra i 25 e i 28 euro e può essere acquistato da chiunque in assenza di prescrizione medica.

Dopo Gran Bretagna e Usa, anche la Francia introduce il test fai da te per l’Hiv

La Francia è il terzo Paese ad aver introdotto l’auto-test per l’infezione da Hiv dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. Oltreoceano il test è disponibile dal 2012 e dà la possibilità di analizzare in autonomia un tampone orale. Il ministro della Salute francese Marisol Touraine si è detta soddisfatta della novità. In Francia si stimano circa 30mila persone infettate dal virus Hiv senza saperlo, mentre nel mondo sarebbero solo il 51% delle persone infette a essere consapevoli del loro status, dice l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo l’Oms la diagnosi degli autotest per l’infezione da Hiv non sarebbe definitiva, bensì un test iniziale che necessita ulteriori conferme.

(Per approfondire leggi qui: Hiv, virus regredisce dopo 12 anni dalla sospensione della terapia)

«Individuare chi ha contratto l’infezione in modo tale da evitare ulteriori contagi è il problema più rilevante che il nuovo test fai da te può certamente migliorare o in teoria risolvere se fatto su tutta la popolazione a rischio e nei tempi opportuni», spiega il dottor Mavilio.

In Italia l’incidenza dell’infezione da Hiv è medio-alta

«A tal proposito – aggiunge – bisogna infatti dire che nei Paesi in via di sviluppo, dove il livello di guardia contro HIV-1 è ancora molto alto e dove migliora l’accessibilità alla terapia antiretrovirale, il numero di nuove infezioni e di morti diminuisce. Invece, nei cosiddetti Paesi ricchi del mondo occidentale il numero di nuove infezioni aumenta. Tra questi ultimi l’Italia ha un’incidenza considerata medio-alta con più di 4mila nuove infezioni l’anno (5,8 ogni 100mila residenti). In realtà si tratta di una cifra certamente sottostimata perché molte persone sieropositive non sanno di esserlo e non fanno il test in assenza di un’informazione adeguata».

«Infatti, nel 2012 più della metà dei casi segnalati con una nuova diagnosi d’infezione da HIV-1 era già in fase avanzata di malattia: il 55,8% è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 350 cell/μL, con una condizione di immuno-deficienza conclamata e presenza di infezioni e tumori opportunistici. Di fatto pazienti già in AIDS. Una situazione sconcertante che favorisce il contagio tra persone inconsapevoli di essere già infettate dal virus».

Quali sono gli eventuali limiti del test?

«Il limite maggiore è rappresentato dal fatto che il test può dare un risultato negativo se l’infezione è avvenuta a meno di tre mesi di distanza rispetto alle sei settimane delle analisi tradizionali fatte in laboratorio. Inoltre, all’inizio vi era una certa preoccupazione per le eventuali reazioni psicologiche di coloro che, da soli a casa, realizzano di essere stati infettati. Questo in realtà non è accaduto negli Stati Uniti dove non si sono registrati impatti psicologici particolarmente negativi con episodi di autolesionismo o tentato suicidio. In ogni caso, per precauzione, il numero di telefono per assistenza medica e psicologica è chiaramente stampato tutte le confezioni in vendita in Francia ed è attivo 24 ore su 24. Infine, molti hanno palesato che il costo non proprio irrisorio del test possa limitarne l’uso solo a chi lo può acquistare, escludendo cosi le fasce più povere».

Come si procede con il trattamento dei soggetti una volta rilevata la sieropositività?

«Ci si deve immediatamente rivolgere a centri specializzati di malattie infettive che provvederanno a confermare la diagnosi con test tradizionali, a stadiare bene la fase di infezione e a impostare un trattamento adeguato e un corretto follow-up. Questo permetterà di cominciare nei tempi e nei modi opportuni una terapia antiretrovirale per bloccare la replicazione e la diffusione del virus ed evitare che il virus infetti e danneggi in modo irreversibile diversi organi».

«L’enorme vantaggio di questo test fai da te oltre a limitare il contagio – conclude il dottor Mavilio – è la possibile diagnosi precoce in fasi iniziali della malattia, cosa che consente di intervenire in modo adeguato ed evitare le complicanze più tardive della malattia. Per questo è anche necessaria una corretta informazione che identifichi le popolazioni a rischio che hanno bisogno di fare questo test. Ma qui c’è molto da lavorare perché ancora troppo spesso nei nostri ambulatori capita di dover incontrare giovani che si rendono conto troppo tardi di cosa significhi essere infettati da HIV-1 e di cosa li aspetta».

(Per approfondire leggi qui: Hiv, ecco perché è ancora importante la prevenzione)

 

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