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Alimentazione

Oms, le cinque regole per evitare le intossicazioni alimentari

06/04/2015

La sicurezza alimentare è il tema del World Health Day 2015, la Giornata mondiale della salute celebrata il 7 aprile dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità nell’anniversario della sua istituzione. Dai produttori ai consumatori, dalle aziende alle istituzioni pubbliche, tutti devono fare la loro parte per garantire la qualità e la sicurezza del cibo lungo la filiera, dalla terra alla tavola. Sono più di 200 le malattie che derivano da intossicazioni alimentari. Tra queste anche malattie mortali: solo le malattie diarroiche uccidono 1,5 milioni di bambini all’anno; in totale, invece, perdono la vita ogni anno due milioni di persone.

«Sono tre i processi infettivi pericolosi per la salute dell’uomo – sottolinea il dottor Michele Lagioia, direttore sanitario di Presidio dell’ospedale Humanitas –. In primo luogo quelli “tossinfettivi”, dovuti all’azione delle tossine prodotte da batteri come la tossina Clostridium che provoca il botulismo se le conserve alimentari non sono adeguatamente processate e che possono portare a un quadro neurologico letale. In secondo luogo, gli agenti patogeni possono essere i batteri o i virus in sé, come nella salmonellosi o nell’epatite A. Infine, i rischi derivano dalla parassitosi alimentare. In questa categoria rientrano sia quei pericoli a cui eravamo abituati, come la tenia, sia pericoli legati al consumo di pesci esotici a cui ci stiamo abituando»

Alcune categorie di persone sono più esposte ai rischi: le infezioni causate da cibo contaminato possono condurre a gravi disturbi e addirittura alla morte. In particolare bambini, donne incinte, anziani e malati. I pericoli possono nascondersi in qualsiasi fase della filiera, nella preparazione o nel trattamento degli alimenti, a casa, nei mercati e negli stabilimenti alimentari, nella conservazione, nel trasporto e nella distribuzione.

 

Bisogna stare attenti ai cibi crudi

L’Oms ha lanciato le “cinque regole” per rendere il cibo più sicuro indirizzate a venditori e consumatori:

1. mantenere un livello di pulizia adeguato,
2. separare i cibi crudi da quelli cotti,
3. cuocere meticolosamente gli alimenti,
4. conservare gli alimenti a una giusta temperatura,
5. usare acqua e ingredienti in sicurezza.

«L’Oms parla a tutti i Paesi, sia industrializzati sia in via di sviluppo – aggiunge il dottor Lagioia –. Per un Paese come l’Italia le raccomandazioni di cui parla sono piuttosto ordinarie, dalla cura necessaria per la cottura dei cibi all’attenzione sulle temperature per conservare il cibo o per abbattere le cariche batteriche. Ma dal momento che le nostre abitudini alimentari sono cambiate, anche per via della globalizzazione, dobbiamo prestare orecchio anche a un altro aspetto, che riguarda le contaminazioni che possono sorgere, ad esempio, dal consumo di cibi crudi», conclude lo specialista.

Secondo l’Oms le contaminazioni alimentari hanno pesanti ricadute su tutta l’economia mondiale dal momento che possono pregiudicare le esportazioni di cibo, il turismo, il settore agricolo e l’allevamento. Per fare un esempio, l’emergenza Escherichia Coli in Germania nel 2011 ha causato perdite per 1,3 miliardi di dollari nell’agricoltura e nell’industria.

 

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