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Alimentazione

Anche a tavola serve “trasparenza”

07/04/2014

Latte, frutta, carne, pesce, verdura. Sicuri di conoscere la loro provenienza? Per scoprire tutto quello che è utile sapere sulle etichette dei cibi più diffusi nelle nostre tavole è nato il libro-guida “La trasparenza a tavola”, un instant book di 100 domande, selezionate da Mario Pappagallo, autore del libro e giornalista del Corriere della Sera. Fra i temi trattati anche il biologico, i conservanti, gli integratori alimentari e la sicurezza in cucina. Il testo è stato presentato nel corso di una tavola rotonda in cui sono state approfondite le tematiche della sicurezza alimentare e l’importanza di rendere attivo e consapevole il consumatore durante le scelte di consumo. Abbiamo chiesto qualche anticipazione all’autore del libro.

Da dove nasce l’idea del testo?

«L’obiettivo è dare alla gente comune input e regole da seguire per fare la spesa, sia al mercato sia al supermercato, imparando a conoscere quello che le etichette raccontano e diffidando da quelle incomplete». 

A cosa è utile, ad esempio, fare attenzione?

«A volte all’interno di alcuni alimenti sono ammesse delle sostanze che, mantenuto un certo limite, non vengono considerate negative per la salute. Ma nessuno spiega ai consumatori che queste sostanze, se presenti in altri prodotti assunti in contemporanea, possono diventare pericolose. Questa è la base di partenza per iniziare a tutelarsi».

Nel libro si parla del tema dei controlli sugli alimenti. Non su tutti i tipi di carne, per citarne uno, possiamo stare tranquilli

«Abbiamo raggiunto un’ottima tutela sulla carne bovina dopo il caso della mucca pazza esploso negli anni scorsi. Ma non abbiamo le stesse condizioni di controllo per gli altri tipi di carne. Può accadere, ad esempio, di comprare un maialino sardo che, in realtà, non è di origine sarda. Viene cresciuto in una struttura sarda, quindi, lo diventa ma di fatto sardo non è e nulla sappiamo della sua effettiva provenienza».  

Se facciamo la spesa nei negozi di ortofrutta quali sono i rischi che corriamo?

«Dobbiamo fare attenzione quando acquistiamo frutta fuori stagione. Se da una parte soddisfi la tua voglia di uva o ciliegie, sarebbe bene ricordarsi che questi frutti, piacevoli e belli esteticamente, vengono dall’altra parte del mondo e per affrontare lunghi viaggi, hanno dovuto subire trattamenti chimici quali azoto, solfidi, antiossidanti che i consumatori non sanno di ingerire».

Avvertenze, invece, per chi fa la spesa rivolgendosi alla grande distribuzione?

«Giusto per fare un esempio: sul pane industriale non c’è scritto che dentro è contenuto lo zucchero. Questo da una parte dà energie che saziano ma, dall’altra parte, può portare all’obesità e al diabete. Forse sarebbe il caso di scriverlo. Fortuna che, da quando si è diffusa la celiachia, i produttori fanno molta più attenzione alle descrizioni dei componenti del prodotto rispetto a quanto avveniva in passato».

Si sente tanto parlare di prodotti a chilometro zero. Possiamo fidarci?

«La parola chilometro zero indica un percorso chilometrico che non dovrebbe distanziarsi troppo dal raggio di 150 km. Dunque, di fatto, non si tratta realmente di 0 chilometri. Il reale chilometro zero si ha quando mangio i pomodori raccolti dal giardino di casa mia. Non esiste una regola che controlla quanti chilometri percorre quel prodotto che arriva sul mercato».

Consigli per imparare a leggere le etichette?

«Come accade per il bugiardino dei farmaci, spesso ignorati, il primo consiglio è leggerle. Così come sono importanti le avvertenze sul dosaggio e gli eventuali effetti collaterali scatenati dal farmaco, anche per le etichette degli alimenti vale la stessa regola. Fra i consigli che diamo nel libro c’è quello di non comprare cibi fidandosi della scritta più evidente che indica “made in Italy”. Il fatto che il prodotto sia stato confezionato in Italia non significa che provenga dall’Italia. Magari, andando più a fondo con la lettura si scopre che proviene dalla Romania…».

Il libro “La trasparenza a tavola” sarà in edicola insieme al Corriere della Sera, lunedì 7 aprile al prezzo di 1 euro.

 

A cura di Simona Camarda

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