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Castán: “Dopo la malattia ricominciare si puó”

11/06/2015

Sono parole di ringraziamento quelle di Leandro Castán, difensore della Roma, rivolte al professor Giulio Maira, neurochirurgo dell’ospedale Humanitas. Lo scorso dicembre l’équipe del professor Maira ha operato il calciatore per la rimozione di un cavernoma alla testa che l’aveva costretto a interrompere l’attività sportiva. «Quando ho scoperto questo piccolo edema – ha detto Castán – ho avuto tanta paura, ma poi ho conosciuto questo bravissimo neurochirurgo che mi ha rimesso a posto».

Il calciatore brasiliano ha parlato in occasione del convegno “I meccanismi della memoria. Quali sono, perché si deteriorano, come possiamo preservarli”, che si è tenuto il 10 giugno a Roma, organizzato dalla Fondazione Atena Onlus presieduta dal professor Maira. Dal 2001 la fondazione finanzia borse di studio e progetti finalizzati alla ricerca nel campo delle neuroscienze.

«C’è stato un momento in cui mi hanno detto che non avrei potuto più giocare, ma l’ho superato immediatamente perché ho scelto di sottopormi a un intervento allo scopo di poter tornare in campo. Il giorno prima dell’intervento è stato quello più difficile perché sapevo che stavo per sottopormi a un’operazione molto delicata. Ma sapevo anche di essere in buone mani, quelle di un eccezionale chirurgo. Per questo sono stato sempre tranquillo», ha aggiunto Castán.

Cosa hai imparato da questa esperienza?

«Ho imparato che nella vita ci sono cose più importanti. Quando affronti un problema del genere impari tanto: ora posso dire di essere un uomo migliore», ha risposto Castán che dedica questa vittoria alla sua Rafaella, la bambina che sua moglie sta per dare alla luce.

Che messaggio vorresti dare a tutte quelle persone che si trovano in un momento difficile? «Non si deve mai mollare. Purtroppo qualcosa di negativo può accadere sempre nella vita di ognuno, ma grazie agli amici, alla famiglia e soprattutto alla fede si può superare un periodo difficile. Nella vita ci sono sconfitte e vittorie, come nel calcio, e io ho vinto la mia partita più complicata».

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