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Fibrillazione atriale: due dita sul polso per sentire il ritmo del cuore

03/10/2015

Fibrillazione atriale: se la riconosci eviti l’ictus cerebrale”. In occasione della Giornata Nazionale della Fibrillazione Atriale Humanitas, in collaborazione con ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, lancia un’infografica per saperne di più su questa forma di aritmia cardiaca.

La fibrillazione atriale è un chiaro fattore di rischio per l’insorgenza di ictus cerebrale. Molte persone hanno la fibrillazione atriale ma non ne sono consapevoli. Invece può essere riconosciuta e trattata in tempo.infografica fibrillazione

Cosa succede al cuore di una persona affetta da questo disturbo?

Come ci mostra l’infografica, quando il cuore fibrilla il sangue scorre più lentamente e possono formarsi dei trombi, ovvero dei coaguli di sangue. Questi diventano emboli e arrivano al cervello provocando così l’ictus cerebrale.

Il cuore si muove grazie a un sistema elettrico autonomo che gli permette di spingere in maniera composta ed efficiente il sangue pulito nei vasi, anche in quelli più piccoli. Allo stesso modo, il cuore manda il sangue sporco a ripulirsi nei polmoni, per poi tornare in circolo a nutrire tutte le cellule. Il suo movimento deve avere un ritmo regolare. Se il sistema elettrico che lo governa invecchia, il ritmo può diventare irregolare, si creano aritmie, movimenti scomposti, che possono durare pochi minuti, qualche ora o continuare: un cuore che fibrilla perde efficienza, fa mancare sangue e nutrimento al cervello, al cuore stesso, a tutti gli organi.

(Per approfondire leggi qui: Cuore, cinque consigli per mantenerlo in salute)

Come si può fare per capire se il battito del cuore è regolare o meno?

La risposta nell’infografica targata Humanitas-ALT: il ritmo può essere controllato mettendo due dita sul polso. Se si ha l’impressione che il cuore fibrilli allora è il momento di rivolgersi al medico. «Per una diagnosi certa occorre fare un elettrocardiogramma», spiega il dottor Maurizio Gasparini, responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas.

Se l’esito sarà positivo il medico valuterà il migliore trattamento per la fibrillazione: «In linea di massima – prosegue – la fibrillazione atriale può essere curata con i farmaci antiaritmici o con una cardioversione elettrica se l’aritmia è di lunga durata».

(Per approfondire leggi qui: Cuore: lo sentiamo ma lo ascoltiamo?)

Interrotto l’episodio di fibrillazione atriale, l’obiettivo è che questa non si ripresenti: «Oltre all’eventuale terapia anticoagulante, il paziente dovrà assumere una profilassi con farmaci antiaritmici che può avere una durata indefinita, anche permanente. Tutte queste tipologie di terapia rappresentano una forma di terapia “palliativa” perché non modificano il substrato anatomico che determina l’aritmia stessa. Fortunatamente esiste anche una terapia non farmacologica, chiamata ablazione transcatetere, che ci permette di curare il substrato anatomico che determina l’aritmia, eradicandone di fatto la causa stessa».

(Per approfondire leggi qui: Batticuore, quando e perché è pericoloso?)

Un intervento può eliminare la causa della fibrillazione cardiaca

Humanitas è centro di eccellenza per l’esecuzione dell’ablazione transcatetere: «La nostra Unità operativa di Elettrofisiologia ha sviluppato un’importante esperienza nell’ablazione della fibrillazione atriale con ottimi risultati in termini di successo immediato e a distanza, accompagnati da bassissimi effetti collaterali. Questi eccellenti risultati sono legati soprattutto all’utilizzo di una tecnica ablativa “robotizzata” che utilizza la navigazione magnetica tramite la tecnologia Stereotaxis. L’ablazione – conclude lo specialista – viene eseguita con precisione millimetrica muovendo il catetere all’interno del cuore, utilizzando un catetere mosso dal computer che trasmette il movimento magnetico tramite Stereotaxis».

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