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Epatologia

Fegato, caffè e tisane possono proteggerlo dalla fibrosi?

08/07/2017

Un forte consumo di caffè e tisane è stato associato a una migliore stato di salute del fegato. Le bevande avrebbero un effetto protettivo contro la fibrosi. A suggerirlo è uno studio condotto dall’Erasmus University Medical Centre di Rotterdam (Paesi Bassi) pubblicato su Journal of Hepatology. Ne parliamo con il dottor Roberto Ceriani, Responsabile Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica di Humanitas.

La mortalità associata alle disfunzioni del fegato è correlata allo sviluppo della cirrosi, «una malattia cronica del fegato caratterizzata dalla formazione di tessuto fibroso che si sviluppa dopo molti anni di infiammazione causata dalla presenza di virus, dal consumo di alcol, dall’insorgenza di malattie metaboliche e autoimmuni», spiega lo specialista. «È una malattia potenzialmente fatale che uccide più di un milione di persone all’anno in tutto il mondo e, al momento, non esiste alcuna terapia per guarire».

(Per approfondire leggi qui: “Fruttosio, per i bambini più sano dello zucchero”, vero o falso?)

Numerosi dati – ricordano i ricercatori dell’università olandese – hanno suggerito che il caffè avrebbe un effetto benefico per diverse patologie: «Da diversi studi epidemiologici bere caffè è stato associato a un rischio inferiore di sviluppare cirrosi epatica e tale rischio diminuisce quanto più caffè si beve, per esempio il consumo di una tazzina al giorno lo riduce del 20% e quello di quattro tazzine addirittura di oltre il 60%», ricorda il dottor Ceriani. Il motivo non è noto ma probabilmente è legato all’effetto antiossidante della bevanda.

Caffè e fibrosi dei tessuti

Per valutare il possibile effetto del consumo di caffè su cirrosi e fibrosi nelle persone senza malattia epatica cronica i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 2.424 partecipanti del Rotterdam Study, uno studio condotto su individui di almeno 45 anni di età della periferia della città olandese. In base alle risposte a un questionario sulle loro abitudini alimentari i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: chi non beveva caffè, chi ne consumava fino a tre tazzine al giorno e chi superava questa quota. Per il tè è stato considerato il consumo di tisane, tè verde e tè nero.

(Per approfondire leggi qui: Fegato, per giovani sovrappeso il rischio futuro di ammalarsi sale del 50%)

Cosa è emerso? «Gli autori di questo studio hanno dimostrato, con l’uso del fibroscan, una metodica diagnostica utile a quantificare la fibrosi epatica, che il consumo di tre o più tazze di caffè al giorno riduce la rigidità epatica e, quindi, la quantità di fibrosi contenuta nel fegato».

Necessarie ulteriori conferme

«Questa – continua lo specialista – è la prima volta che viene misurato l’effetto protettivo di questa bevanda consolidando i dati ottenuti nei precedenti studi. Lo studio evidenzia un effetto protettivo analogo anche per il consumo di tisane: tale effetto è indipendente da altri fattori ambientali o associati allo stile di vita».

In un editoriale a commento dell’articolo, però, altri ricercatori mettono in luce alcune limitazioni dello studio: nel campione l’età era avanzata ed erano pochi i membri del gruppo di controllo che non beveva caffè o tè, per esempio. Pertanto, prima di poter raccomandare il consumo regolare di tè e caffè per la salute del fegato, sono necessari ulteriori studi per identificare le soglie di consumo associata a un effetto benefico a livello epatico.

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