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Sonno, anche lo smog potrebbe disturbare il riposo notturno?

09/06/2017

Non solo a polmoni e cuore, l’inquinamento atmosferico potrebbe creare qualche problema anche al sonno. È quanto suggeriscono dei ricercatori della University of Washington (USA)  in uno studio presentato all’ultima conferenza internazionale dell’American Thoracic Society. Il commento del dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.

Il motivo per cui lo smog potrebbe pregiudicare la qualità del sonno non è però ancora chiaro. Probabilmente è legato all’impatto che l’inquinamento ha sulla funzione polmonare e sull’apparato respiratorio. Il team ha analizzato i dati di 1863 individui di età media pari a 68 anni residenti in sei diverse città degli Stati Uniti. Ha stimato il livello di esposizione alle polveri sottili (PM 2,5 e diossido di azoto) in due momenti nell’arco di cinque anni.

(Per approfondire leggi qui: Smog, perché mette a rischio cuore, polmoni e cervello?)

Per valutare invece le abitudini notturne dei partecipanti, ha calcolato la cosiddetta efficienza del sonno, una misura del tempo trascorso a letto da svegli o addormentati. Il parametro è stato rilevato con un dispositivo elettronico che registra minimi movimenti indossato per sette giorni consecutivi. L’efficienza del sonno oscillava fra il 93% o più nel gruppo con l’efficienza maggiore e l’88% o meno in quelli con efficienza minore.    

La popolazione è stata divisa in quattro insiemi sulla base dell’esposizione all’inquinamento. È emerso che il gruppo esposto al livello massimo di diossido d’azoto in cinque anni aveva quasi il 60% di probabilità in più di collocarsi nella fascia più bassa dell’efficienza del sonno rispetto a quelli che vivevano in ambienti più salubri. Le percentuali scendevano a circa il 50% in caso di massima esposizione al livello di PM 2.5.

Insonnia e benessere generale

«Questo studio – aggiunge il dottor Tullo – conferma ancora una volta che l’inquinamento atmosferico nuoce all’ambiente e alla salute umana. Purtroppo una parte significativa della popolazione, in particolar modo nelle città, vive in zone in cui si superano abbondantemente i limiti fissati dalle norme in materia di qualità dell’aria. L’insonnia, che secondo questo studio è una diretta conseguenza, può compromettere significativamente il nostro benessere psico-fisico».

(Per approfondire leggi qui: Ictus, tra i 10 fattori di rischio anche lo smog: è dannoso come il fumo)

«Basta ricordare che gli insonni hanno un rischio sei volte maggiore di sviluppare un disturbo d’ansia rispetto ai soggetti normali e sono più esposti alle malattie cardiovascolari e metaboliche. Inoltre un cattivo riposo si associa a un malfunzionamento della memoria con un calo delle prestazioni cognitive. È importante quindi lavorare sempre di più su un modello di sviluppo che sia sostenibile con l’ambiente di cui anche l’uomo è parte», conclude lo specialista.

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