Stai leggendo Perché è importante per i bambini credere a Babbo Natale?

Magazine

Perché è importante per i bambini credere a Babbo Natale?

07/12/2016

Anche se alcuni studi hanno parlato del “trauma” che i bambini subirebbero nello scoprire che Babbo Natale non esiste, tuttavia parlare del rapporto dei bambini con Babbo Natale focalizzandosi solo sul possibile “trauma” significa non solo sottovalutare la magia del periodo ma anche mortificare, da adulti razionali, la nostra parte bambina.

Non dimentichiamoci poi dell’importanza dei riti, e dell’attesa, almeno fino ad una certa età, di Babbo Natale: questo permette infatti di condividere il segreto di Babbo Natale prima tra adulti, poi con i bambini cresciuti, di generazione in generazione, nella magia della crescita. Da non sottovalutare neppure il fatto che il Natale ha da sempre rappresentato quel periodo di attesa fiabesca per i bambini, condivisa con gli adulti, e coincidente con l’importante periodo in cui tutta la famiglia si riunisce per trascorrere del tempo insieme, di qualità. 

Con Babbo Natale il bambino si confronta con una volontà esterna

In tutto questo la figura di Babbo Natale ha contribuito non solo a sviluppare l’immaginazione e la creatività dei bambini, per esempio nel farsi domande sul suo aspetto fisico, sul suo carattere, sul come contattarlo, sul come accoglierlo, eccetera, ma è stata utile anche per insegnare in maniera naturale al bambino che ogni cosa necessita del suo tempo e del suo impegno; e, soprattutto, che a volte esiste una volontà esterna con la quale dobbiamo rapportarci, che può decidere di accontentarci oppure no e che a volte le richieste sono davvero troppo esose ed irrealizzabili (ma sognare si po’!).

I bambini, infatti, partono dal desiderare (i regali), scrivere la letterina (con l’indicazione che deve inserire nella lista solo quelli che vuole di più), inviarla e aspettare, facendo del loro meglio e sperando che i loro desideri vengano esauditi. Il messaggio che passa è che, se ci impegniamo nella vita, alla fine le cose belle arrivano e il piacere che ne deriva è moltissimo, soprattutto nella sorpresa. Proprio quello che invece sembrerebbe mancare ai ragazzi cresciuti di oggi, abituati al tutto e subito, destinati alla disillusione. Il pericolo del “trauma”, se così lo vogliamo proprio chiamare, si può eventualmente scongiurare seguendo le normali inclinazioni del bambino, capace, sin dalla più tenera età, di farsi comunque domande quali: “perché ha la barba un po’ bianca e un po’ nera?”, “Perché ci sono così tanti Babbo Natale in giro?”, “Come fa a fare così tanti km in poco tempo?”, eccetera.

Come rispondere ai dubbi dei bambini?

Aiutare i bambini a passare dalla certezza al dubbio con risposte quali, per esempio, “in effetti hai ragione, è un po’ strano, chissà…”, può aiutare il processo che, generalmente intorno ai 6/7 anni, diventa constatazione di realtà. Un po’ come a dire che i bambini sono più svegli e capaci di quello che ci aspettiamo, che spesso ci arrivano da soli o guidati dai pari e che le disillusioni che a volte abbiamo dovuto affrontare nella vita, se dobbiamo tornare anche noi razionali, non hanno mai creato danni irreparabili a nessuno, tantomeno la scoperta della bugia bianca su Babbo Natale. Infatti, i bambini sembrerebbero essere in grado di distinguere le bugie buone da quelle cattive già a 3 anni tanto che, anche per la bugia su Babbo Natale che è stata racconta per tanti, tenerissimi anni, nessun adulto porta ancora rancore.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita