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Resistenza agli antibiotici, stop all’autoprescrizione

18/11/2016

Antibiotici, “maneggiare con cura”. È questo il tema della Settimana mondiale sulla consapevolezza dell’uso di antibiotici (World Antibiotic Awareness Week 2016) promossa come ogni anno dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, dal 14 al 20 novembre.

Negli ultimi anni l’attenzione della ricerca scientifica, delle istituzioni e degli operatori sanitari nei confronti del tema della resistenza agli antibiotici è cresciuta in tutto il mondo. Di recente l’Onu ha dedicato una sessione dell’Assemblea generale a un fenomeno che potrebbe causare anche 10 milioni di vittime ogni anno.

(Per approfondire leggi qui: Antibiotico resistenza, l’ONU contro la più grave minaccia a salute globale)

L’iniziativa dell’Oms va in questa direzione: incrementare la consapevolezza verso una questione molto rilevante per la salute globale e promuovere un uso più accorto degli antibiotici. «È fondamentale che i corretti comportamenti guidino la possibilità di fare un uso intelligente e prospetticamente salvifico di questi farmaci», avverte il dottor Michele Lagioia, direttore sanitario di Humanitas e specialista in Igiene e Medicina Preventiva.

«Bisogna evitare in modo assolutamente rigoroso la autoprescrizione di antibiotici, una pratica che mette a rischio l’intera comunità», continua lo specialista. «Quando l’individuo sviluppa a causa di quella terapia antibiotica autoprescritta una resistenza dei suoi batteri, si genera un ospite che può rimanere lì senza dar fastidio ma che può costituire un rischio anche per terzi. Questo perché, se quell’individuo entra in ospedale per un intervento chirurgico, corre un rischio di infezione critica essendone il trattamento più difficoltoso».

Cresce in Europa il fenomeno dell’antibiotico resistenza

Dal 2012 al 2015 il fenomeno della resistenza agli antibiotici è cresciuto per la maggior parte dei batteri a livello europeo, dice il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie. A preoccupare di più è la conferma di una tendenza all’indebolimento dell’azione degli antibiotici di “ultima istanza”, quelli utilizzati per pazienti con infezioni che resistono al trattamento con tutti gli altri antibiotici.

(Per approfondire leggi qui: Dal nostro naso un batterio “buono” per vincere resistenza ad antibiotici?)

L’uso scriteriato di antibiotici nei vari Paesi si riflette proprio sulla prevalenza del fenomeno della resistenza: «In Finlandia, dove gli antibiotici si prescrivono per i bambini solo in casi veramente drammatici, la prevalenza è del 2%. Nei Paesi latini, tra cui l’Italia, dove l’uso di questi farmaci è più improprio, la prevalenza è a doppia cifra», conclude il dottor Lagioia.

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