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Dal nostro naso un batterio “buono” per vincere resistenza ad antibiotici?

03/08/2016

Forse l’uomo potrebbe nascondere un’arma contro la resistenza agli antibiotici: un batterio “buono” che vive nel naso. La sostanza che produce si è dimostrata in grado di combattere temibili agenti patogeni multiresistenti. È quanto hanno scoperto dei ricercatori dell’Università di Tubinga (Germania). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature.

Il batterio alleato della salute è lo Staphylococcus lugdunensis, un microrganismo che colonizza le pareti del naso umano e che produce un antibiotico testato con successo su modelli sperimentali. Nei test s’è visto che la sostanza prodotta – ribattezzata Lugdunin – è capace di contrastare agenti patogeni multiresistenti come il temibile Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa). L’agente patogeno è molto comune e colonizza pelle e membrane mucose nel 20-30% delle persone sane. Può essere causa di infezioni nell’uomo, principalmente della cute, ma anche più gravi a carico di diversi distretti dell’organismo.

(Per approfondire leggi qui: Usa, trovato per la prima volta un batterio resistente a tutti gli antibiotici)

Come spiega l’Efsa, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare, alcuni ceppi di questo batterio, tuttavia, hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici beta-lattamici, tra cui le penicilline, che sono utilizzati nella cura di numerose infezioni. Questi sono i ceppi noti come Mrsa.

La resistenza agli antibiotici è diventato un problema primario negli ultimi decenni

Tuttavia sono necessari studi futuri per testare l’efficacia di Lugdunin nelle terapie. Tra i suoi potenziali usi ci potrebbe essere l’introduzione del battere buono in pazienti a rischio infezione da Mrsa come misura preventiva. La resistenza agli antibiotici è un problema crescente per la comunità sanitaria e rappresenta una sfida per le autorità. Si stima che agenti patogeni multiresistenti, negli anni a venire, causeranno più decessi del cancro.

«Nell’ultimo decennio la problematica dei germi MDROs (multi-drug resistant organisms) è divenuta di primaria importanza. Purtroppo la maggior parte delle infezioni batteriche sistemiche originano proprio da germi provenienti dal microbioma umano, pertanto la comunità scientifica ha urgente necessità di nuove molecole antibiotiche rivolte verso questi microrganismi», sottolinea la dottoressa Daria Pocaterra, medico infettivologo dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Super batteri, la resistenza agli antibiotici fa tremare l’Europa)

«La scoperta dei ricercatori dell’Università di Tubinga è rilevante su più punti di vista. Evidenzia una nuova linea di ricerca per lo sviluppo di nuove molecole antibiotiche e dimostra come tra patogeni colonizzanti esista una competizione continua. Il problema – conclude la specialista – è che risulta difficile parlare di germi “buoni” in quanto anche un germe apparentemente utile come S. lugdunensis può, in condizioni particolari, essere l’agente patogeno implicato in infezioni severe come endocarditi e infezioni dei tessuti molli».

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