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Unicef, il latte materno è il primo vaccino per i bambini

04/08/2016

Il latte materno è il primo vaccino di cui possono beneficiare i neonati. È l’Unicef a ricordarlo in occasione della Settimana mondiale dell’allattamento al seno voluta come ogni anno dall’Organizzazione mondiale della Sanità dall’1 al 7 agosto.

“L’allattamento materno è la prima e la migliore protezione possibile dalle malattie”, ha detto France Begin, Unicef senior adviser per la nutrizione infantile. “Se tutti i bambini ricevessero soltanto latte materno dalla nascita al sesto mese di vita, ogni anno si salverebbero oltre 800mila vite”, ha aggiunto.

Perché il latte materno è il miglior alimento possibile per un neonato?

L’abbiamo chiesto alla dottoressa Milena Bray, neonatologa dell’ospedale Humanitas San Pio X. «Il latte materno contiene tutti i nutrienti di cui ha bisogno un bimbo appena nato nei primi 6 mesi di vita. La salute del lattante beneficia del latte materno per diversi motivi: contiene le sostanze che aiutano il suo organismo a prevenire infezioni virali o batteriche fino ai primi 2 anni di vita, dall’otite media ad alcune forme di polmonite, e aiuta a prevenire le coliche intestinali».

(Per approfondire leggi qui: Allattamento al seno, giù rischio di infezioni alle orecchie dei neonati)

«Inoltre – aggiunge la specialista – grazie all’allattamento al seno si creano le condizioni ideali per lo sviluppo di una flora batterica protettiva. Il microbioma intestinale, sin dalla nascita, gioca un ruolo decisivo nella prevenzione delle allergie alimentari e delle patologie croniche a sviluppo tardivo o autoimmune, ad esempio si riduce il rischio di essere colpiti da artrite reumatoide».

Se tutte le mamme allattassero al seno si preverrebbero più casi di obesità: «Probabilmente perché la costituzione di un microbioma sano giocherebbe a favore del mantenimento di un peso corporeo ottimale e poi perché, grazie agli esclusivi pasti al seno nei primi 6 mesi di vita, si evita l’iperalimentazione».

I benefici dell’allattamento anche per la mamma

«È ormai noto che il rischio di insorgenza di tumore ovarico ma anche di quello al seno, seppur in misura minore, è correlato al numero di mesi nei quali si è allattato».

Circa 77 milioni di neonati nel mondo, 1 su 2, non vengono allattati al seno nell’arco di un’ora dalla nascita mentre solo il 43% dei bambini sotto i 6 mesi vengono allattati esclusivamente al seno, dice l’Unicef. Più si ritarda l’allattamento al seno, più alto sarà il rischio di mortalità neonatale.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, allattamento diminuisce rischio recidive)

«I rilievi più problematici dell’allattamento al seno nei Paesi industrializzati riguardano il momento in cui questa pratica dovrebbe partire», ricorda la specialista. «Non sempre viene assicurato il primo pasto al seno entro la prima ora dal parto. Inoltre, in molti casi, viene disattesa la raccomandazione ad allattare esclusivamente al seno nei primi 6 mesi. Spesso intervengono alcuni elementi che interferiscono con questa indicazione, ad esempio la somministrazione di latte artificiale che gradualmente fa scemare il ricorso all’allattamento al seno. Anche se questo può essere complementare all’alimentazione del bambino fino ai 2 anni, nei primi 6 mesi deve rappresentare l’unico mezzo di sostentamento, salvo particolari condizioni di salute della donna che ne ostacolano il ricorso», conclude al dottoressa Bray.

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