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Trigliceridi alti in menopausa, aumenta il rischio di frattura?

05/07/2016

Donne di mezza età con alti livelli di trigliceridi potrebbero correre un rischio maggiore di frattura. È la conclusione di uno studio pubblicato su Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism e realizzato dalla Stanford University (Stati Uniti).

I ricercatori hanno seguito per circa 15 anni oltre 2mila donne in pre-menopausa, tra 42 e 52 anni d’età. Dopo questo follow up le partecipanti con alti livelli di trigliceridi nel sangue avevano il doppio di probabilità di subire una frattura rispetto alle altre donne. In particolare 147 donne nel campione hanno subito delle fratture non traumatiche a piedi, anche e polsi.

Dai risultati è emerso che ogni 50 mg/dL di valore di trigliceridi era associato con un maggior rischio di fratture del 30% da 2 a 5 anni dopo e un rischio generale dell’11%. Le donne che già in partenza avevano alti livelli di grassi nel sangue erano più esposte al rischio.

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Dallo studio non emerge alcun rapporto causa-effetto specificano gli autori bensì un’indicazione generale a tenere sotto controllo il valore dei trigliceridi e a lavorare per abbassarlo. Livelli compresi fra 150 e 199 mg/dL presentano alcune criticità, oltre questa soglia sono invece troppo alti.

In che modo potrebbero essere legati il livello di trigliceridi e lo stato di salute delle ossa?

«Alcuni dei fattori di rischio di un alto livello di trigliceridi nel sangue sono gli stessi fattori di rischio di osteopenia, una condizione in cui la densità ossea è ridotta. Il sovrappeso e l’obesità, ma anche un’alimentazione squilibrata, possono pregiudicare tanto la salute delle ossa quanto il quadro lipidico di una persona», risponde il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica dell’ospedale Humanitas e docente all’Università di Milano.

Consideriamo ad esempio un peso corporeo in eccesso: «Avere chili di troppo – una condizione caratterizzata spesso da alti valori di trigliceridi – è a sua volta un fattore di rischio, specie nelle persone anziane, di scarsa forma fisica e quindi di caduta, un evento che determina direttamente sul rischio di frattura», spiega lo specialista.

(Per approfondire leggi qui: Osteoporosi: sole, vitamina D, calcio e movimento per ossa forti)

L’estate è il momento giusto per rinforzare le proprie ossa: «Per prevenire l’osteopenia è necessario fare il pieno di vitamina D. Purtroppo con l’alimentazione non si può soddisfare il nostro fabbisogno e per questo è fondamentale sintetizzarla grazie all’esposizione ai raggi solari. Esporsi al sole, e ricavarne vitamina D, è utile anche nel trattamento dell’osteopenia: se si riesce a garantire un minimo di esposizione solare si può addirittura sospendere la supplementazione di vitamina D indicata nella terapia», conclude lo specialista.

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