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Ebola e Tbc: le malattie infettive riemergenti minacciano la salute globale

14/12/2015

Infezioni emergenti e riemergenti, come Ebola e tubercolosi, e pandemie consolidate, come Hiv ed epatite. Le malattie infettive sono una delle principali cause di morte a livello mondiale e necessitano di un’attenta sorveglianza e di risposte adeguate. La Simit, Società italiana di Malattie infettive e tropicali, ha pubblicato il Libro bianco delle Malattie infettive in cui affronta i diversi aspetti legati a queste patologie.

Le nuove infezioni, salite agli onori della cronaca come Ebola, Sars, chikungunya, influenza aviaria e H1N1, rendono il futuro della salute globale “particolarmente incerto”, sottolinea la Simit. Ma accanto a queste continuano a destare preoccupazione malattie infettive piuttosto diffuse come Hiv ed epatite. In Italia, ogni anno, epatiti croniche, cirrosi ed epatocarcinomi causano oltre 20mila decessi; l’1-2% di soggetti con epatite cronica va incontro a cirrosi e il 4% dei cirrotici muore, nel 75% dei casi dopo aver sviluppato un tumore al fegato (fonte dati: Istat).

(Per approfondire leggi qui: Ebola, il vaccino funziona)

Tubercolosi, una minaccia per la salute

Tra le malattie infettive riemergenti a livello globale c’è la tubercolosi (Tbc). Dalla fine del XIX° secolo l’incidenza di tubercolosi è diminuita drasticamente. Come riporta il ministero della Salute, all’inizio degli anni Ottanta, nei Paesi Occidentali sembrava essere sulla via di eradicazione definitiva ma nel decennio successivo la tubercolosi si è riaffacciata in tutto il mondo come una “vera e propria minaccia per l’uomo”.

L’incidenza di Tbc nel nostro Paese è costantemente in diminuzione. Attualmente 1/3 della popolazione mondiale ne è affetto; ogni anno si registrano più di 9 milioni di nuovi casi e circa 2 milioni di decessi. «La tubercolosi non è scomparsa. Nei decenni scorsi ci siamo illusi di averla debellata ma non è così, e lo dimostrano i dati», sottolinea il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.

«Come altre malattie infettive, la Tbc riemerge per il flusso di persone che si spostano da un Paese all’altro, diventando vettori dei microrganismi patogeni, e perché sono comparsi ceppi di microrganismi resistenti ai farmaci».

Come fermare le malattie infettive?

«Le armi a disposizione sono i farmaci, le terapie e i vaccini. E naturalmente la ricerca. Per la tubercolosi esiste un vaccino in grado di prevenire però solo l’insorgenza di alcune gravi manifestazioni come la meningite tubercolare nei bambini ma non la tubercolosi negli adulti».

(Per approfondire leggi qui: Mantovani: «Dal Nobel per il farmaco anti-malaria una lezione per tutti»)

«Per raggiungere l’obiettivo della riduzione entro il 2030 del 95% del carico della malattia e della mortalità correlata, sono necessari farmaci più potenti e un nuovo vaccino. Un po’ come è successo per la malaria. Da anni, grazie a farmaci come l’artemisinina scoperta dalla ricercatrice cinese Tu YouYou vincitrice del Nobel per la medicina pochi mesi fa, e all’uso delle reti antimalariche, si è registrato finalmente un calo della mortalità», conclude il professore.

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