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In Salute

Quali sono i sintomi della clamidia e come prevenirla

15/12/2022

Tra le infezioni dell’apparato urogenitale sessualmente trasmissibili, c’è la clamidia. La clamidia, provocata dal batterio Chlamydia Trachomatis, interessa in particolar modo entrambi i sessi. Il batterio si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti, e anche dalla madre al figlio al momento del parto, con un rischio di sviluppare polmonite e congiuntivite per il bambino.

La prevenzione dell’infezione, la diagnosi (non sempre facile dato che a volte è priva di sintomi), e la valutazione da parte di uno specialista con la prescrizione della terapia adeguata sono step essenziali quando si ha a che fare con questa patologia. 

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Raffaela Cinzia Di Pace, ginecologa e sessuologa di Humanitas San Pio X.

Come riconoscere i sintomi dell’infezione da Clamidia?

L’infezione da clamidia può essere sintomatica o asintomatica.

Se linfezione è sintomatica, i disturbi compaiono tra una e tre settimane dall’infezione e comprendono irritazione, bruciore a urinare e secrezioni vaginali muco-purulente, dolore spontaneo sovrapubico e addominale o anche dolore durante i rapporti sessuali.

In alcuni casi, può comparire lo spotting, che consiste in perdite di sangue tra i cicli mestruali.

Nel sesso maschile, i sintomi dell’infezione non sono molto dissimili, ma le secrezioni dal pene sono biancastre e continue. 

Dato che spesso l’infezione non dà sintomi, o li dà solo molto leggeri, il riscontro ufficiale della presenza di clamidia deve essere effettuato attraverso un controllo di routine.

Per la diagnosi, è necessario l’utilizzo di un tampone, che permette di determinare la presenza o meno del batterio: nelle donne viene effettuato sul collo dell’utero; negli uomini, all’inizio della uretra.

In altri casi, è utile controllare la presenza di anticorpi nel sangue, in modo da diagnosticare un’infezione pregressa.

Cosa fare se si sospetta un’infezione da Clamidia?

Se si sospetta un’infezione da Clamidia, sia agli uomini, sia alle donne è raccomandato rivolgersi al proprio medico o allo specialista di fiducia, ginecologo o andrologo o urologo, ed effettuare una visita.

Sulla base dei sintomi riferiti, della raccolta dati (anamnesi) e della valutazione clinica, lo specialista potrà poi richiedere e/o effettuare uno specifico test nelle urine e con prelievo delle secrezioni per confermare la diagnosi.

Il test per la diagnosi di Clamidia

L’esito del test può richiedere da una a due settimane, ma, qualora siano presenti sintomi specifici, lo specialista può decidere di cominciare già la terapia.

Il test per la ricerca della Clamidia è indicato anche in quei casi in cui non ci siano sintomi ben visibili, nel caso di rapporti sessuali non protetti con nuovi partner, ma anche se si è a conoscenza di infezione contratta da uno dei partner sessuali.

Dal momento dell’esecuzione del test e fino ad almeno sette giorni dalla fine della cura, è bene evitare rapporti sessuali a rischio, in modo da evitare la trasmissione dell’infezione.

Se il test per la ricerca della Clamidia è positivo, fondamentale è avvisare i partner degli ultimi due-tre mesi affinché si rivolgano a uno specialista ed effettuino il test diagnostico per la Clamidia e una eventuale terapia.

Come si cura la Clamidia?

La cura della Clamidia consiste in un ciclo di antibiotici, come doxiciclina o azitromicina, oppure amoxicillina o eritromicina in caso di allergie o gravidanza, e vanno assunti per circa una settimana/dieci giorni.

Data la sua natura spesso asintomatica, è importante effettuare controlli periodici in modo da riuscire a diagnosticare l’infezione e iniziare il trattamento nel più breve tempo possibile.

Se non curata, la clamidia può portare lo sviluppo di una malattia infiammatoria pelvica con sindromi aderenziali, accompagnate a danno tubarico nelle femmine, e infiammazione delle vie seminali, in particolare epididimite, nei maschi. La conseguenza di entrambe le condizioni è l’infertilità.

Un’altra complicanza della clamidia è un’infiammazione delle articolazioni e dei tendini, l’artrite reattiva.

Come prevenire la clamidia

Infine, un paio di raccomandazioni: chi non ha un partner fisso, dovrebbe sottoporsi al test per la clamidia annuale; avere rapporti sessuali protetti, è bene specificarlo, riduce notevolmente il rischio di contagio in ogni tipologia di rapporto sessuale.

 

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