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Esami diagnostici: pericolo raggi sotto controllo

14/10/2015

“Cercare sempre di ridurre il più possibile la dose di radiazioni, salvaguardando le necessità di diagnosi“. Questa è la linea guida dei radiologi che considera la doppia necessità di generare immagini di qualità sufficiente per formulare una diagnosi supposta, esponendo il paziente alla minima quantità possibile di radiazioni.

Tutti i radiologi dovrebbero seguire questa regola di base nel rispetto delle necessità del paziente. Tutto il personale della Radiologia dell’ospedale Humanitas, come spiega il dottor Luca Balzarini, direttore del dipartimento di Diagnostica per Immagini ha particolarmente a cuore questa direttiva : «È giusto che il paziente da una parte sia informato dei rischi della dose, ma contemporaneamente sia consapevole degli sforzi e dell’attenzione dedicati al monitoraggio della funzionalità delle apparecchiature, della appropriatezza delle indicazioni e dei protocolli di esecuzione di ogni singolo esame radiologico».

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Nell’ospedale Humanitas ridotta fino al 30% la dose di raggi erogati

Quest’attenzione di cui parla il dottor Balzarini ha portato a ridurre in alcuni esami fino al 30% la quantità di raggi erogati; questo risultato è stato ottenuto anche grazie ad un software di cui Humanitas si è dotata da un anno. Si chiama Dose Watch, è sviluppato da General Electric Healthcare, ed è studiato per permettere di avere un controllo della dose erogata diretto e costante di tutte le apparecchiature connesse in tempo reale, di confrontarsi con protocolli di lavoro interni e con analoghi protocolli di altri centri di riferimento in altre città e nazioni gestendo così al meglio la dose di raggi erogati dalle apparecchiature radiologiche. «Questo software non agisce di per sé sulla emissione dei raggi ma permette di monitorarne costantemente l’erogazione comparando l’attività dei diversi centri».

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«Esiste già una normativa molto accurata che regola l’uso medico delle radiazioni ma a breve dovrà essere recepita anche dall’Italia una legge Europea, secondo cui tutte le volte che un paziente eseguirà un esame radiologico dovrà essere riportata sulle immagini consegnate la dose erogata. Questo software ci consente già oggi di essere in linea con la normativa che presto entrerà in vigore», aggiunge lo specialista.

Persiste nei pazienti la paura verso le radiazioni?

«I pazienti giustamente sono sempre più consapevoli dei rischi che si corrono: tutti sanno che i raggi non fanno bene ma il messaggio che deve essere recepito è che gli esami radiologici sono sempre giustificati dalla necessità di arrivare ad una diagnosi e che viceversa non sono mai da eseguirsi in assenza di una corretta indicazione medica.

Il radiologo inoltre sa perfettamente che prima di eseguire qualsiasi esame dovrà valuterà la opportunità di ricorrere a metodiche alternative laddove possibile (ecografia, Risonanza Magnetica) che non richiedono l’uso di radiazioni, ma sa anche che se deve usarle potrà e dovrà farlo con tranquillità ma nel rispetto delle regole».

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«Il radiologo – conclude il dottor Balzarini – ha davanti a sé una sfida: quella di ottenere immagini di alta qualità, con un dosaggio basso, che non siano quindi solo formalmente belle ma piuttosto utili per la diagnosi, nel massimo rispetto della salute del paziente».

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