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Orticaria, malattia sottovaluta e gestita male

25/11/2015

L’orticaria è una malattia troppo spesso sottovalutata, a fronte di un forte impatto sulla quotidianità di chi ne soffre. È questo il quadro offerto da un’indagine di Fondazione ISTUD illustrata nella conferenza stampa della Giornata mondiale dell’Orticaria, promossa in Italia da FederASMA e ALLERGIE Onlus. Dai dati epidemiologici risulta come il profilo del tipico paziente affetto da questo abbia tra i 14 e i 60 anni e con un percorso di cura a ostacoli, in molti casi insoddisfacente.

«L’orticaria è una malattia piuttosto frequente: colpisce la popolazione di età compresa tra 14 e 60 anni. Eppure in diversi casi non viene trattata nel modo giusto. Anziché rivolgersi al dermatologo, molte persone si affidano al “fai da te”». A evidenziarlo è il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia dell’ospedale Humanitas, secondo cui anche chi si rivolge a un dottore, spesso sbaglia specialista. «Alcune persone chiedono consiglio al medico generico, oppure vanno dall’allergologo o dall’immunologo. Ma l’orticaria non è un disturbo allergico, né immunologico. Per curarla bisogna rivolgersi al dermatologo», prosegue Monti.

Quali sono i sintomi dell’orticaria?

«L’orticaria si manifesta, principalmente, attraverso la comparsa di pomfi sulla pelle, simili a quelli delle punture di zanzara, associati a gonfiore e prurito. Se il gonfiore si situa negli strati più profondi, si parla di angioedema, che oltre a causare dolore può limitare i movimenti – afferma il professor Monti. L’orticaria è un disordine dei vasi sanguigni che determinano il rilascio di liquidi nella pelle , determinando la formazione dei pomfi».

(Per approfondire leggi qui: Orticaria, colpito il 20% della popolazione)

Purtroppo l’83% dei pazienti giudica il percorso di cura insoddisfacente. A giocare un ruolo fondamentale è la difficoltà a giungere a una diagnosi definitiva, che nel 75% dei casi arriva solo dopo essersi consultati con almeno 3 medici, ma che per un 10% di pazienti è un obiettivo raggiunto solo dopo essere stati visitati da più di 10 esperti. Come se non bastasse nel 76% dei casi il rapporto con il medico è stato percepito negativamente.

L’orticaria può essere sia cronica che acuta

«In rari casi l’orticaria si manifesta in forma acuta, come un attacco transitorio mentre nella maggior parte dei casi rappresenta un problema cronico – osserva il professor Monti. Questo avviene perché molte persone si rivolgono allo specialista sbagliato e cercano di curare la malattia seguendo una terapia antistaminica, cortisonica o immunosoppressiva. Questi trattamenti non aiutano a curare la patologia, ma a spegnerla temporaneamente rendendola così cronica».

(Per approfondire leggi qui: Disturbi psicosomatici: cosa sono e come affrontarli?)

Un altro motivo di frustrazione per i pazienti è la richiesta da parte dei medici di numerosi e complessi esami che sono sempre negativi. I pazienti risultano insoddisfatti anche dei percorsi terapeutici. Il risultato è la necessità di convivere non solo con la malattia, ma anche con stress, fatica, rabbia, vergogna e solitudine. Solo nel 17% dei casi, infatti, si trova sostegno nel proprio nucleo familiare.

Per l’orticaria spesso un trattamento sbagliato

«Spesso l’orticaria viene curata con farmaci inappropriati come il cortisone o gli immunosoppressori. Non è infatti una forma di allergia e tento meno di autoimmunità. L’impiego di antistaminici, i farmaci più usati nell’orticaria, riesce solo a diminuire il prurito/rossore ma non fa regredire l’orticaria. Neanche il cortisone è in grado di debellarla ma solo di spegnerla temporaneamente rendendola sempre di più cronica. L’utilizzo degli immunosoppressori agisce come il cortisone e in più espone l’organismo al rischio di sviluppare altre malattie».

(Per approfondire leggi qui: Cortisone, il jolly degli antinfiammatori)

Il professor Monti spiega che il metodo migliore per contrastare l’orticaria consiste nell’impiego di un medicinale chiamato flunarizina e adottato nel protocollo della dermatologia di Humanitas. «La flunarizina è un farmaco calcioantagonista che va assunto a cicli di 21 giorni al mese. Deve essere eseguito per 3-4 cicli e continua ad essere efficace anche dopo la sospensione del trattamento».

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