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Fumo, al via la nuova campagna del ministero della Salute

17/09/2015

Su fumo e lotta al tabagismo l’attenzione delle istituzioni è sempre alta. Ecco la nuova campagna del ministero della Salute con protagonista l’attore Nino Frassica. Una serie di spot su radio e tv a pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme che prevedono il divieto di fumare in auto alla presenza di bambini e l’inserimento di immagini shock sui pacchetti di sigarette.

(Per approfondire leggi qui: Fumo, presto immagini shock sui pacchetti di sigarette)

Le nuove norme sono contenute in un decreto legislativo che recepisce una direttiva europea: «Entro questo mese il Consiglio dei Ministri lo approverà in via definitiva», assicura il ministro Beatrice Lorenzin che ha presentato la campagna di comunicazione antifumo. “Ma che sei scemo?” è la frase con cui il testimonial Nino Frassica appella con ironia, ma anche con decisione, i protagonisti degli spot con una sigaretta tra le dita. Oltre a questo comportamento non salutare gli spot puntano a stigmatizzarne altri, come la guida sul motorino senza casco.

(Per approfondire leggi qui: Lotta al fumo, divieto in auto in presenza di minori?)

Campagna antifumo rivolta in particolare a donne, giovani e genitori di minori

La campagna è rivolta a tutta la popolazione, ma in particolare a donne, anche in gravidanza, giovani e genitori di minori. La scelta di questi target arriva dagli ultimi dati a disposizione sull’abitudine al fumo. In Italia, secondo le ultime rilevazioni sui tavoli del ministero, su 52,3 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni, i fumatori sono circa 10,3 milioni (19,5%) di cui 6,2 milioni di uomini (24.5%) e 4,1 milioni di donne (14,8%). Tra gli uomini i fumatori più incalliti si trovano fra i 25-34enni (26,4%) mentre nelle donne l’età si abbassa. La classe di età con una prevalenza maggiore è infatti quella fra i 20 e i 24 anni, con una percentuale del 20,5%. E scende anche l’età della prima sigaretta: «Ormai si inizia anche a 11 anni», sottolinea Lorenzin.

(Per approfondire leggi qui: Fumo, la prima sigaretta arriva se scuola e famiglia sono assenti)

In Italia il fumo resta la prima causa di morte prevenibile

“Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, in Italia la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato abbondantemente il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia”, dice il ministero della Salute.

La stretta antifumo, oltre alle norme su fumo passivo in auto e immagini sui pacchetti di sigarette, prevede anche il divieto di vendita di sigarette al mentolo e di pacchetti da dieci e le confezioni di tabacco inferiori a 30 grammi.

Un ulteriore giro di vite in vista per i fumatori: ne abbiamo parlato con la dottoressa Licia Siracusano, referente del centro antifumo di Humanitas.

Dottoressa, cosa pensa di queste novità dalla campagna antifumo alle nuove norme?

«Penso che l’ironia sia un’ottima arma di persuasione, specialmente verso i più giovani, che continuano ad essere la fascia di popolazione più esposta al rischio di cominciare. Infatti il 70% dei tabagisti inizia a fumare prima dei 18 anni di età e il 94% prima dei 25 anni. Le immagini forti proposte dall’UE sono invece più efficaci, a mio parere, nel convincere chi è già un fumatore».

«Per quanto riguarda invece i nuovi divieti – conclude la dottoressa – era ora che si prendesse in considerazione il fumo di seconda (e terza) mano più seriamente: i danni causati dal fumo a chi non è nemmeno tabagista sono immensi, specialmente quando si tratta di soggetti ad alto rischio come bambini (per non parlare dei feti). I figli di fumatori, per esempio, sono potenzialmente esposti ad un maggiore rischio di malattie respiratorie anche se i genitori fumano in casa, figuriamoci nell’abitacolo di un’automobile!».

 

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