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Fumo, la prima sigaretta arriva se scuola e famiglia sono assenti

28/05/2015

Il fumo non è un’abitudine per quasi quattro miliardi di persone di almeno 15 anni. Un numero destinato a salire a cinque miliardi nel giro di dieci anni se i Paesi membri dell’Organizzazione mondiale della Sanità continuano a contrastare con tutti i mezzi possibili il fenomeno del tabagismo. Tra questi la lotta al traffico illecito di sigarette e di altri prodotti derivati dal tabacco, un aspetto che l’Oms ha scelto come tema dell’edizione di quest’anno della Giornata mondiale senza tabacco, in calendario il 31 maggio. Solo insistendo nella lotta contro il fumo si potrà raggiungere l’obiettivo della riduzione del 30% del consumo di tabacco entro il 2025. Ogni anno il fumo causa la morte di sei milioni di persone.

Anche per questa edizione il Centro Antifumo dell’ospedale Humanitas guidato dalla dottoressa Licia Siracusano, parteciperà all’iniziativa allestendo nella mattinata di venerdì 29 maggio un piccolo presidio informativo nella struttura. «Ci sarà uno stand in cui sarà possibile guardare un video che descrive i rischi per la salute di chi fuma e per cercare di motivare chi vuole smettere a chiudere con il tabacco. Ognuno potrà ritirare dépliant e opuscoli che illustrano i benefici dell’astensione dal fumo nel breve e nel lungo periodo: purtroppo i fumatori sono persone un po’ difficili da avvicinare ma speriamo di riuscire ad attirare la loro attenzione», dice la dottoressa.

L’Oms stima che una sigaretta ogni dieci è di provenienza illecita. Come sottolinea l’organizzazione internazionale, i prodotti di contrabbando costituiscono una minaccia in particolare per la salute dei più giovani e delle persone a basso reddito perché riescono a contenere i costi. Inoltre il traffico illecito non fa altro che vanificare tutte le campagne di prevenzione e informazione e le misure che i governi nazionali mettono in atto per disincentivare il consumo di tabacco, come l’aumento delle tasse e quindi dei prezzi delle “bionde” o l’inserimento di immagini forti sui pacchetti di sigarette.

 

Il fumo resta un’abitudine maschile, ma le donne fumatrici sono in aumento

Diverse statistiche hanno dimostrato l’efficacia di queste misure. La Turchia, ad esempio, è la prima nazione ad aver messo in atto tutte le pratiche virtuose per la riduzione del consumo di tabacco. Ha aumentato le dimensioni di queste immagini fino a coprire il 65% della superficie dei pacchetti; ha alzato le tasse e bandito del tutto qualsiasi forma di pubblicità e promozione del fumo. Il risultato è stato un calo di oltre il 13% del tasso di fumatori dal 2008 al 2012.

Come riporta il Ministero della Salute su dati del Rapporto fumo Ossfad-Iss 2014, sono 11,3 milioni, il 22% della popolazione, i fumatori in Italia. Sebbene sia ancora un’abitudine maschile, per la prima volta dal 2009 si è registrato un aumento della prevalenza di fumatrici. Aumentano i forti fumatori, soprattutto tra i giovanissimi. L’età media della prima sigaretta è 17,8 anni mentre più di 7 fumatori su 10 hanno iniziato a fumare tra i 15 e i 20 anni. «Per evitare che si accenda la prima sigaretta è necessario essere circondati da persone forti e non da qualcuno che dia il cattivo esempio. Una famiglia presente, una scuola forte e qualcuno che dica fermamente che una persona vale se non fuma possono evitare che il minore si avvicini alle sigarette», conclude la specialista.

 

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