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Ricerca, il top del 2011 e le sfide del nuovo anno

10/01/2012

La medaglia d’oro va alle terapie che sfruttano il sistema immunitario contro i tumori. Ma l’elenco delle ricerche significative sviluppate nel 2011 nel campo della biomedica e che hanno e avranno nel prossimo futuro un reale impatto sulla nostra salute è lungo.

Tre le ricerche più significative sviluppate nel corso del 2011 nel campo della biomedica, quelle che – si può affermare – hanno avuto, hanno e avranno nel prossimo futuro un reale impatto positivo sulla salute della popolazione in generale. Ce ne parla il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas.

Professor Mantovani, la medaglia d’oro della ricerca 2011 a quale studio possiamo darla?
“La attribuirei alle terapie che usano il sistema immunitario contro i tumori. Durante la crescita tumorale, infatti, il sistema immunitario viene addormentato o ‘corrotto’ dalle cellule cancerose, che lo utilizzano a loro favore nello sviluppo della malattia. Il lavoro esplicato nei vari laboratori di ricerca era, invece, proprio quello di capire come rieducare o risvegliare il sistema immunitario corrotto. Oggi siamo a una svolta. Gli studi hanno dimostrato che un anticorpo, diretto contro una molecola detta CTLA-4, toglie i freni attivati dal cancro al sistema immunitario. Per ora ha dato risposte solo in una piccola percentuale di pazienti con melanoma, ma di lunga durata. Auspichiamo, quindi, di essere vicini all’utilizzo delle difese immunitarie dell’organismo contro il cancro”.

A quale la medaglia d’argento?
“Alla ricerca che quest’anno ha portato a una riduzione significativa dell’incidenza della malaria grave in 12 Paesi africani. Anche in questo caso siamo a un punto di svolta. La riduzione è avvenuta per due motivi, uno ambientale legato al maggiore utilizzo delle zanzariere impregnate di insetticida, e l’altro strettamente scientifico per via dell’uso di una combinazione di farmaci di profilassi basati sull’artemisinina. Si tratta di un nuovo gruppo di molecole antimalariche scoperte negli anni Settanta dalla ricercatrice Tu Youyou che nel 2011 ha vinto il Lasker Award, il riconoscimento più prestigioso in medicina. Si pensi, infatti, che un terzo della popolazione è a rischio di contrarre la malaria che è, fra l’altro, causa di un milione di morti ogni anno, in prevalenza bambini. La speranza è che la sperimentazione clinica di un vaccino antimalarico, i cui risultati promettenti, ora in fase iniziale, sono stati pubblicati sul New Engalnd Journal of Medicine, continui a procedere in modo incoraggiante. Se i dati verranno confermati, nei prossimi due- tre anni potrà esserci un vaccino che contribuirà alla salute generale del pianeta”.

E la medaglia di bronzo?
“Riguarda la scoperta sorprendente, pubblicata su Science, che dobbiamo parte del nostro sistema immunitario all’uomo di Neanderthal. Abbiamo sempre pensato di non essere dei ‘cavernicoli’ e che i nostri antenati, i Sapiens, fossero una specie a parte. Le analisi, invece, hanno gettato nuova luce sull’argomento dimostrando che queste due specie si sono incrociate e che una parte dell’immunità innata è un lascito del Neanderthal. Il sistema immunitario così ‘armato’ ci ha permesso di sopravvivere alle infezioni e a un ambiente ostile. La ricerca ci ha illuminato su chi siamo e ricordato dell’importanza di avere un sistema immunitario ben equipaggiato”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

 

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