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Chirurghi e chef a confronto: il dettaglio fa la differenza!

21/10/2015

Chirurgo e chef: così lontani, così vicini. Due professioni diverse, ma con tantissimi punti in comune a cominciare dal fascino che esercitano su tanti ragazzi. Queste due figure, i confini che le separano e le loro similitudini saranno i protagonisti nell’ambito della cerimonia inaugurale del 117mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia, che si terrà a Milano il prossimo 21 ottobre. Ospite d’eccezione lo chef pluristellato Davide Oldani che sarà intervistato dalla giornalista Ilaria D’Amico.

Anni di studio ed estro, tecnica e manualità: in cucina non ci si improvvisa, non è sufficiente indossare un grembiule per poter essere un bravo cuoco. Impensabile l’improvvisazione in sala operatoria. Cosa hanno in comune queste due professioni? «Lo chef e il chirurgo hanno in comune più di quanto possa sembrare. Sono professioni ad alta specializzazione, frutto di una robusta preparazione, sospese fra teoria e pratica, fra manualità, l’essere “artigiane”, e l’alta tecnologia. Con un po’ di immaginazione alcuni strumenti starebbero bene tanto nelle mani del cuoco che in quelle del chirurgo», risponde il professor Marco Montorsi, rettore della Humanitas University, responsabile di Chirurgia generale e digestiva di Humanitas e presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia.

Si dice che in cucina conta molto la fantasia. In sala operatoria c’è posto per la creatività?

«Se per creatività intendiamo l’estro, allora sì. Il chirurgo deve ricorrere all’esperienza, deve fare affidamento a quanto appreso, a una routine precisa, ma di fronte all’imprevisto deve avere anche la capacità di pensare a soluzioni non preventivate».

(Per approfondire leggi qui: Tiroide, tre ricette d’autore per la sua salute)

Un’altra caratteristica in comune è lo sguardo, la visione dello chef e del chirurgo quando sono a lavoro: «Entrambi guardano al particolare senza perdere di vista il quadro generale di ciò che hanno di fronte, di ciò su cui mettono le mani. Si dice che la chirurgia sia l’arte del dettaglio, dell’attenzione al minimo particolare», sottolinea il professor Montorsi.

Con i tantissimi programmi tv dedicati alla cucina le stanze segrete dei grandi cuochi sono diventate accessibili. Lo è anche la sala operatoria?

«Anche i chirurghi vogliono essere quanto più trasparenti possibile verso il pubblico, vogliono comunicare. Il congresso della Società Italiana di Chirurgia può essere utile anche in questo senso: cercare di dare della chirurgia italiana l’immagine che merita, di una specializzazione viva e vitale, spesso oscurata da censurabili fatti di cronaca».

Per restare in ambito culinario, quale sarà il piatto forte del congresso della Società Italiana di Chirurgia? «Per questa edizione abbiamo scelto questo titolo: “La Chirurgia Italiana nell’anno dell’Expo: pronti per la Sfida?” L’Esposizione universale è dedicata all’alimentazione e alla nutrizione, un tema che si interseca con la medicina e anche con la chirurgia, basti pensare alle malattie dell’apparato digerente o alla chirurgia per il trattamento dell’obesità».

(Per approfondire leggi qui: Chirurgia bariatrica, tra i migliori mezzi per sconfiggere l’obesità)

«Il concetto di sfida è un po’ il fil rouge di Expo 2015 così come della chirurgia italiana. Tutti i chirurghi sentono il bisogno di crescere, di modernizzarsi, di garantire il diritto di tutti alla sicurezza e all’efficacia delle procedure di chirurgia», conclude il professor Montorsi.

Clicca qui per vedere il video con le interviste ai protagonisti: il prof. Marco Montorsi, lo chef Davide Oldani e la giornalista Ilaria D’Amico:

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