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Influenza, al via la campagna di vaccinazione

28/09/2015

La campagna di vaccinazione antinfluenzale è alle porte. La “finestra” indicata dal ministero della Salute va dalla metà di ottobre a fine dicembre: è presumibile dunque che i medici di famiglia e le Aziende sanitarie locali su tutto il territorio italiano procedano a partire dalle ultime settimane di ottobre alla somministrazione dei vaccini. L’obiettivo è incrementare il numero dei vaccinati rispetto allo scorso anno.

È necessario invertire la tendenza dei dati sulla copertura vaccinale. Come sottolinea l’Istituto superiore della Sanità, il calo del numero di persone vaccinate va avanti dalla stagione 2009-10. La copertura vaccinale negli anziani con almeno 65 anni di età, una delle categorie per le quali il vaccino è raccomandato, è stata del 48,6%. Tutte le regioni sono state interessate dal fenomeno: in Lombardia la riduzione è stata più contenuta, solo 3,3%.

L’obiettivo condiviso dal ministero con l’Organizzazione mondiale della Sanità è alzare l’asticella della copertura vaccinale al 75%. Le istituzioni sanitarie regionali e locali comunicheranno nelle prossime settimane le date a partire dalle quali sarà possibile farsi vaccinare contro l’influenza.

(Per approfondire leggi qui: Influenza, ministero della Salute: vaccini e igiene le regole per la prevenzione)

Come fa sapere l’Asl di Milano, nell’inverno passato l’influenza è stata particolarmente aggressiva e ha colpito solo a Milano 140mila persone. Per contenere il numero di soggetti contagiati dal virus influenzale è dunque necessario fare prevenzione in particolare fra le fasce di popolazione per cui la vaccinazione è raccomandata:

– soggetti di età pari o superiore a 65 anni

– bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza

– bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale

– donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza

– individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti

– medici e personale sanitario di assistenza

– familiari e contatti di soggetti ad alto rischio

– soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori

– personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani

Che conseguenze ha avuto il calo delle vaccinazioni?

«Negli anni abbiamo pagato il calo della copertura vaccinale sia in termini di accessi ai Pronto Soccorso, aumentati in maniera significativa, sia in termini di decessi», dice il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. «L’influenza è una patologia seria che minaccia la salute pubblica e che deve essere affrontata sul piano della prevenzione con la somministrazione di vaccini».

«L’auspicio – aggiunge il professore – è che le campagne di vaccinazione abbiano un buon successo in particolare tra le categorie per le quali il vaccino è raccomandato. Tra questi i medici e tutto il personale sanitario che sono investiti di una responsabilità sociale maggiore in quanto possibile veicolo di infezione».

«Inoltre bisognerebbe evitare che la diffusione di notizie prive di fondamento scientifico comprometta il buon esito delle campagne di vaccinazione, come è accaduto nelle due passate stagioni. Lo scorso anno l’opinione pubblica è stata turbata dalla notizia del decesso di persone vaccinate, un esito invece fisiologico e naturale, mentre nella stagione precedente aveva fatto notizia il ritiro di un lotto di vaccini prodotto in Italia che, in ogni caso, non era stato somministrato a nessuno».

(Per approfondire leggi qui: Vaccini e influenza, 5 motivi per non aver paura)

«Contro la diffusione del virus, la vaccinazione è indispensabile e i dati dimostrano che è utile a ridurre i tempi di malattia se somministrato agli adulti con meno di 65 anni di età e in buona salute. Nelle persone di almeno 65 anni, infine, quello antinfluenzale non è l’unico presidio vaccinale previsto: questa categoria di pazienti, infatti, può essere immunizzata anche contro lo pneumococco, un’infezione batterica che spesso si accompagna all’influenza», conclude il professor Mantovani.

(Per approfondire leggi qui: Influenza, prevenirla e combatterla con lo sport)

 

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