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Prevenzione

Malattie infettive (per adulti)

07/06/2004

E’ stata una vera e propria epidemia di varicella. Però ad essere deserti non sono stati (solo) gli asili e le scuole elementari, ma uffici e luoghi di lavoro. Già, perché le vittime preferite dei virus che provocano le malattie tipiche dei bambini, ultimamente sembrano essere proprio gli adulti. E con conseguenze non certo piacevoli, perché queste infezioni contratte da “grandi” sono molto più pesanti che da piccoli. In genere, infatti, i sintomi sono più marcati e la malattia dura di più, probabilmente perché l’organismo adulto reagisce meno efficacemente rispetto a quello dei bambini.
Se ci si ammala, perciò, è decisamente consigliabile chiamare subito il medico e seguire le sue indicazioni, evitando di sottovalutare il problema, ad esempio andando ugualmente al lavoro, con il rischio di peggiorare la situazione e di attaccare la malattia ad altre persone.
“Il fatto che le cosiddette malattie dei bambini colpiscano gli adulti non è una cosa così strana”, dice il dottor Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas, “perché chiunque non abbia fatto da piccolo queste malattie può ammalarsi. Anche se è necessario entrare in stretto contatto con un malato: i microrganismi che causano queste infezioni (di solito virali tranne la scarlattina che è provocata da un batterio) si trasmettono infatti attraverso le goccioline che emettiamo respirando, starnutendo, parlando o tossendo e quindi hanno bisogno della vicinanza prolungata (tipo collega di lavoro) per provocare la malattia”.
Se si sa di non essere protetti contro le malattie dei più piccoli, il modo migliore per prevenirle è evitare il contatto con i malati, in genere bambini. Questione decisamente non facile se si hanno figli che vanno all’asilo o a scuola. “Per questo”, dice Tommasini, “in alcune situazioni può essere consigliabile eseguire delle vaccinazioni specifiche. Ad esempio, le giovani donne in età fertile dovrebbero pensare alla vaccinazione per la rosolia, perché la malattia contratta durante l’attesa può provocare danni al nascituro, mentre non vi sono evidenze di possibili rischi dovuti al vaccino. In ogni caso è preferibile evitare la vaccinazione in gravidanza”.

PRECAUZIONI
Nonostante le precauzioni consigliate contro le malattie dei bambini, non bisogna lasciarsi trasportare da inutili timori. E’ ad esempio impossibile ammalarsi solo perché il vicino di casa che vediamo da lontano una volta ogni tanto ha il morbillo. Come non è neppure possibile ripetere una malattia già fatta da piccoli, eccezion fatta per la varicella, ma solo se da bambini la si è contratta in forma molto lieve (con poche pustole e sintomi ridotti).
Chi sostiene di avere fatto più volte il morbillo o la rosolia, ad esempio, molto probabilmente ha avuto una diagnosi sbagliata da piccolo. “Contrarre nuovamente le malattie dei bambini (varicella a parte)”, sottolinea Tommasini, “non è possibile perché una volta fatte si è protetti a vita. Tuttavia è molto facile confondere alcune malattie infantili tra loro perché l’esantema (i piccoli puntini che compaiono sul corpo) e gli altri sintomi sono spesso simili”.

LE PIU’ TEMUTE
Ma quali sono le malattie infettive più temute in età adulta? Innanzitutto la parotite (gli orecchioni), che negli adulti possono causare diverse conseguenze (pancreatiti, orchiti con rischi per la fertilità). E poi la varicella. Il virus che la provoca (l’herpes zoster) rimane infatti nascosto nell’organismo anche dopo la guarigione, ma in particolari situazioni (stress, malattie) può tornare a farsi sentire irritando le “terminazioni nervose” e dando origine ai bruciori e ai dolori tipici del “Fuoco di Sant’Antonio”. L’Herpes zoster può provocare disturbi anche a distanza di anni e quindi si può avere il Fuoco di Sant’Antonio da adulti anche se si è fatta la varicella da bambini.

A cura di Silvia Rosselli

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