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Riabilitazione

Osteopatia, un supporto alla riabilitazione per gli infortuni sportivi

23/06/2017

Gli interventi riabilitativi per alcuni infortuni sportivi possono essere affiancati dall’osteopatia. Dal gomito del tennista alle distorsioni, dalla spalla congelata alla lombalgia, sono diversi i disturbi per i quali la medicina osteopatica può risultare benefica. Grazie a interventi personalizzati l’osteopatia può agevolare il recupero funzionale dello sportivo. Ma oltre a questo l’osteopatia svolge un ruolo prezioso anche in ottica preventiva. Ne parliamo con la dottoressa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas.

«La medicina osteopatica è una terapia manuale che utilizza la palpazione per la cura delle disfunzioni, senza l’ausilio di alcun macchinario. In base ai tessuti su cui si agisce, le tecniche utilizzate possono essere più o meno dolci. Lo scopo è quello di garantire o riconquistare l’equilibrio strutturale e funzionale dell’organismo», spiega la dottoressa.

L’osteopata agisce sui muscoli e sulle articolazioni

«La muscolatura viene rilassata e, sotto questo aspetto, l’osteopatia è simile al massaggio. Tra le procedure utilizzate ci sono lo stretching, le pressioni e le trazioni a livello miofasciale. Questo però non è l’obiettivo primario della medicina osteopatica rappresentato, invece, dall’equilibrio muscoloscheletrico e posturale sistemico. Quello su cui l’osteopatia non ha effetto è invece il metabolismo osseo; anzi uno dei suoi disturbi, una grave osteoporosi, è una controindicazione al trattamento osteopatico».

(Per approfondire leggi qui: Spalla congelata, come recuperare la funzionalità articolare?)

L’idea dell’organismo come unità strutturale e funzionale è un concetto centrale nella medicina osteopatica: «Soprattutto la colonna vertebrale può essere vista come un sistema unitario con le ossa, i muscoli, i tendini, i legamenti, le capsule articolari. Ogni alterazione meccanica in questo sistema può avere ripercussioni su tutta la struttura. L’osteopatia interviene per riarmonizzarla liberandola dalle disfunzioni, ripristinando la meccanica corretta degli elementi che la compongono. Ad esempio, osservando la postura, si può notare come una spalla sia anteroposta e si utilizzano tecniche per darle uno stimolo verso la posteriorità».

L’unità è definita anche a livello muscolare

«Ogni muscolo è avvolto da una fascia e tutti i distretti del corpo umano sono connessi da queste fasce. Consideriamo ad esempio un paziente che lamenta dei dolori alla zona cervicale. Con la medicina osteopatica si può risalire alla causa del dolore; magari ad averlo originato potrebbe essere stata una epicondilite (il cosiddetto gomito del tennista) perché le fasce muscolari del braccio arrivano fin su alla zona cervicale», sottolinea la dottoressa.

Proprio il gomito del tennista è uno dei disturbi per i quali la medicina osteopatica può essere utile così come una distorsione o le problematiche alla spalla. Si tratta in particolare di disturbi da overuse, ovvero da abuso delle articolazioni. «L’osteopatia completa il percorso riabilitativo per questi disturbi, favorendo un recupero più completo e accorciandone i tempi, fermo restando il tempo necessario per guarire dalla lesione. Il suo vantaggio principale è che si cerca di mettere in pratica una soluzione di insieme rispetto alla riabilitazione centrata sul singolo tendine o sul singolo segmento scheletrico».

(Per approfondire leggi qui: Gomito del tennista, quando ricorrere all’intervento?)

Quali benefici per la prevenzione degli infortuni?

«Consideriamo ad esempio uno sportivo che fa jogging. Se ha la caviglia bloccata il rischio infortuni è elevato pertanto è necessario risolvere la disfunzione. L’osteopatia riequilibra, restituisce l’armonia e toglie le limitazioni articolari che possono favorire l’infortunio. Se invece l’individuo ha subito un trauma, nella prima fase dell’infortunio l’osteopata contribuirà a ridurre l’infiammazione con un lavoro di tipo “funzionale”, ad esempio drenando dolcemente i tessuti; nella seconda fase valuterà invece l’equilibrio articolare», conclude la dottoressa Castagnetti.

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