Stai leggendo Valutazione osteopatica: che cos’è e quando serve

In Salute

Valutazione osteopatica: che cos’è e quando serve

12/05/2023

Di solito, quando ci si rivolge per la prima volta a un osteopata, lo si fa a causa del dolore, che sia alla spalla, al braccio, all’anca, al ginocchio o ancora alla colonna vertebrale. Non solo: anche chi ha problemi di postura, o coloro che hanno subito una frattura o un infortunio spesso si rivolgono a questa figura.

La valutazione osteopatica può riguardare chiunque decida di voler migliorare il proprio stato di salute generale, in ottica preventiva, ma anche per incrementare le proprie performance fisiche. Ne parliamo con il dottor Tiago Toscanelli, fisioterapista e osteopata presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.

A cosa serve la valutazione osteopatica?

La valutazione osteopatica permette di esaminare la persona nella sua totalità: si tratta di un momento fondamentale per lo specialista, che può in questo modo trovare il trattamento più adeguato alla condizione che al paziente causa dolore.

Il suo scopo, quindi, è l’eutonia, ovvero la promozione del benessere, e di un migliore stato di salute.

La valutazione osteopatica è utile per tante e diverse problematiche, come:

  • patologie della schiena
  • problemi cervicali
  • posture errate
  • problemi articolari o muscolari
  • recupero dell’elasticità muscolare
  • alterazioni funzionali causate da stitichezza, gastropatie, gastriti ricorrenti
  • traumi e fratture
  • performance sportive da migliorare
  • posture psicosomatiche

Come funziona la valutazione osteopatica?

La valutazione osteopatica prevede che lo specialista organizzi un’indagine precisa sulla base dell’anamnesi, in modo da verificare o escludere le ipotesi diagnostiche proposte in quel momento.

Prima di tutto, lo specialista valuta la posizione statica del corpo del paziente, ovvero l’atteggiamento del capo e del collo, della colonna vertebrale, del bacino, degli arti superiori e inferiori, per riscontrare la presenza di eventuali asimmetrie o cambiamenti strutturali, magari associate alla condizione del paziente, o che possano rappresentare un fattore di rischio.

Dopo l’osservazione della posizione statica dei diversi segmenti corporei, lo specialista passa a verificare l’armonia del movimento in tutte le aree dove il paziente prova dolore, guardando anche le zone a esso collegate. 

Se necessario, esegue test specifici, in modo tale da poter valutare singolarmente le strutture cardine nella patologia del paziente, o che limitino la massima esplicazione del suo stato di salute. 

Per fare una diagnosi corretta, il dottore esegue indagini manuali, utilizzando test ortopedici, neurologici e osteopatici, che consentano di valutare la struttura osteo-legamentosa, miofasciale, viscerale e muscolare sottostante. Durante i test, lo specialista può chiedere al paziente di fare determinati movimenti, in modo da rendere chiaro quali siano le aree lese o con particolari difficoltà nel movimento. Una volta determinata la diagnosi, si passa all’elaborazione di un piano di trattamento appropriato.

Come si svolge una visita osteopatica?

Una visita osteopatica è articolata in 4 momenti.

  • Il colloquio, ovvero il momento in cui, a ogni seduta, il professionista si confronta con il paziente, controlla l’andamento delle cure e l’impatto che il trattamento sul corpo del paziente, così da avere la certezza che l’intensità terapeutica proposta e le modalità di erogazione del trattamento stesso siano tollerabili e proficui;
  • L’esame obiettivo iniziale, ovvero il momento in cui si valuta l’aspetto posturale del paziente e la condizione delle strutture individuate dallo specialista clinicamente rilevanti, così da verificare i progressi ottenuti e rendere l’intervento sempre più mirato e personalizzato;
  • Il trattamento, durante il quale lo specialista può correggere tutte le disfunzioni evidenziate fino in quel momento per il benessere del paziente;
  • L’esame obiettivo finale, durante il quale si osservano ancora le strutture evidenziate in precedenza, e si accerta che le manipolazioni eseguite abbiano prodotto i risultati desiderati. 

Quante sedute sono previste?

Non esiste un limite minimo o massimo di trattamenti che possono essere eseguiti durante una seduta di osteopatia.

Di solito, si inizia con un primo momento terapeutico in cui vengono proposte delle sedute ravvicinate, pensate per raggiungere rapidamente un equilibrio e la risoluzione-diminuzione della sintomatologia. 

A questo punto, le sedute diventano più distanti l’una dall’altra, fino ad arrivare alla latenza massima tra un trattamento e l’altro, che è diversa per ogni condizione, e si passa da un’ottica curativa a una preventiva. 

I benefici dell’osteopatia

Il principio dell’osteopatia indica che tutte le parti del corpo sono interconnesse tra loro e che la loro funzione dipende da questo legame. L’osteopata non trascura questo dettaglio e ha come compito quello di curare il paziente nel suo insieme.

I benefici dell’osteopatia sono diversi: 

  • può rimuovere la causa del dolore, eliminandolo o riducendolo;
  • può agire anche sulla rigidità dei muscoli e delle articolazioni del paziente;
  • può aumentare la gamma di movimenti delle articolazioni e trattare problemi alla colonna vertebrale tipici di una postura scorretta; 
  • allevia il dolore cronico diminuendo lo stress sulle articolazioni e la tensione nel corpo, inclusi mal di testa da tensione ed emicrania;
  • in gravidanza, aiuta il corpo ad adattarsi al cambiamento ormonale e strutturale; 
  • può ridurre le cicatrici e le aderenze; 
  • può essere utile in caso di traumi derivanti da incidenti.

 

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita