Quando in bicicletta… si va in palestra

Si pedala in gruppo e a ritmo di musica. L’indoor cycling, conosciuto anche come spinning, riscuote sempre più successo nelle palestre italiane, perché è divertente e aiuta anche a scaricare la tensione dopo una giornata di lavoro. Ma si tratta di un’attività fisica impegnativa, che non è sempre alla portata di tutti. Ne parliamo con i professionisti di Humanitas e con il campione Francesco Moser, che lo scorso anno ha lanciato sul mercato una bike da indoor cycling da lui stesso progettata, la Race F. Moser.

Sport da palestra
“L’indoor cycling – spiegano i professionisti – è un vero e proprio sport da palestra, ed esiste una scuola che forma gli istruttori. Si svolge in gruppi più o meno numerosi, dove l’istruttore si pone al centro e guida i partecipanti, utilizzando una colonna sonora musicale adatta a fornire i ritmi della pedalata. Una seduta dura in media 45-60 minuti, compresa una fase di riscaldamento iniziale e una di defaticamento finale, dove sarebbe opportuno eseguire esercizi di stretching.
Si utilizzano bike simili alle cyclette, ma dotate di un grosso volano sulla ruota anteriore per regolare la resistenza della pedalata e caratterizzate dalla presenza dello scatto fisso che consente di pedalare con grande ‘agilità’. Non si può quindi interrompere di colpo la pedalata ma, come nelle biciclette utilizzate nel ciclismo su pista, la pedalata deve essere continua. La difficoltà sta nell’adeguarsi al ritmo musicale, secondo le indicazioni che fornisce l’istruttore, tenendo presente che se si smette di pedalare improvvisamente si possono subire forti contraccolpi alle caviglie e alle ginocchia, con conseguenti possibili infortuni”.
“Lo scatto fisso – interviene Francesco Moser – è un metodo di allenamento che in inverno utilizzano spesso anche i ciclisti professionisti, perché consente di lavorare sull’agilità. Il rapporto fisso obbliga a pedalare, il volano trascina un po’ la pedalata e allena l’agilità quando si pedala in scioltezza, imitando la pedalata su strada”.

E’ un’attività impegnativa
“L’indoor cycling – proseguono i professionisti – è un’attività sportiva caratterizzata da una componente anaerobica piuttosto importante: in certi momenti della lezione il metabolismo anaerobico viene fortemente sollecitato, pedalando con frequenze cardiache sopra la soglia anche per alcuni minuti. E’ quindi necessario essere fisicamente a posto per dedicarsi a questa attività, sia dal punto di vista muscolare (gli arti inferiori), sia dal punto di vista cardio-respiratorio. Si tratta di un tipo di allenamento adatto agli atleti, cioè a coloro che praticano attività sportiva regolarmente e hanno già una buona preparazione fisica. In particolare è consigliabile per chi pratica il ciclismo, specialmente nella fase invernale della preparazione.
E’ indispensabile essere sempre in grado di valutare i propri limiti, senza lasciarsi trascinare dall’entusiasmo o dall’emulazione, così da non incorrere in situazioni di pericolo, ad esempio problemi muscolo-tendinei: crampi e, come già detto, danni a caviglie e ginocchia. Quando si fa spinning è utile monitorare la risposta cardiaca mediante l’impiego del cardiofrequenzimetro, conoscendo il proprio valore di soglia anaerobica. Questo si può ottenere in modo teorico, e quindi approssimativo, con un semplice calcolo: 70-80% della frequenza cardiaca massimale (220 meno l’età per gli uomini e 200 meno l’età per le donne). Il valore di FC così calcolato rappresenta – ripeto, in linea teorica – la propria soglia anaerobica; tuttavia è meglio misurare questo valore con l’utilizzo di test adeguati, ad esempio il test da sforzo cardiopolmonare”.
“La bike per l’indoor cycling che ho ideato con l’aiuto di esperti – interviene Francesco Moser – è dotata di un cardiofrequenzimetro che, se utilizzato correttamente, consente di valutare la soglia fino alla quale è possibile spingersi, perché l’allenamento sia sempre sicuro, efficace e divertente. Con il tempo si impara a percepire lo sforzo che si sta facendo e a quantificare il lavoro che si sta svolgendo: monitorando il battito cardiaco; il cardiofrequenzimetro permette di regolare l’intensità dell’esercizio e di ottimizzare il lavoro. E’ uno strumento di cui mi sono sempre avvalso quando ero un ciclista professionista e quando mi sono preparato per il record dell’ora, che ho battuto 22 anni fa, il 19 gennaio 1984”.

Non è per tutti
“Lo spinning – avvertono i professionisti – non è indicato per coloro che soffrono di cardiopatie o ipertensione arteriosa, anche se curata con i farmaci. Lo stesso discorso vale per chi soffre di patologie muscolo-tendinee sia acute che croniche, visto che l’apparato muscolare degli arti inferiori è sollecitato in modo notevole nel corso di questa pratica sportiva. Anche i neofiti, coloro che si iscrivono in palestra per la prima volta e comunque le persone sedentarie dovrebbero evitare di affrontare un corso di indoor cycling senza prima un’adeguata preparazione”.

 

Redazione Humanitas Salute: