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Alimentazione

Giornata mondiale della pasta: se integrale aggiungi fibre alla dieta

25/10/2016

2. Quando la pasta può far male

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Non a tutti la pasta fa bene. Nella dieta di molte persone la pasta, così come il pane o la pizza, non può trovare posto. Sono i circa 600mila individui – geneticamente predisposti – affetti da celiachia, una malattia autoimmune caratterizzata dall’infiammazione dell’intestino tenue. A provocarne la comparsa è l’assunzione di glutine, una proteina presente anche nel frumento. A questi vanno aggiunti i soggetti che soffrono di sensibilità al glutine non celiaca. Sintomi come il gonfiore addominale e l’alterazione della regolarità intestinale compaiono in questi individui dopo l’assunzione di alimenti contenenti glutine, proprio come la pasta: «Nei pazienti non celiaci con una sintomatologia potenzialmente ascrivibile a una sensibilità al glutine, l’eliminazione dello stesso dalla dieta porta a un beneficio clinico. Non si può al momento parlare di terapia in senso stretto proprio perché non conosciamo esattamente i meccanismi fisiopatogenetici che sono responsabili di queste manifestazioni cliniche. Possiamo al momento considerarlo un consiglio dietetico temporaneo per un beneficio sintomatico», spiegano gli specialisti di Humanitas.

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