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Alimentazione

A cosa servono le caraffe filtranti?

10/09/2020

Bere acqua, si sa, è fondamentale: dovremmo berne da un litro e mezzo a più di due litri al giorno a seconda delle caratteristiche, della stagione e delle perdite con il sudore di ciascuno. Bere la giusta quantità di acqua serve ad assicurarci il corretto funzionamento del nostro organismo.

C’è chi compra bottiglie di plastica o di vetro, chi beve l’acqua del rubinetto, chi ha installato depuratori alla propria acqua domestica, chi ancora preferisce utilizzare le caraffe filtranti.

Ma cosa sono, di preciso, queste caraffe? Quali sono i loro effetti sull’acqua e sul nostro corpo? Ma soprattutto, bere acqua filtrata può creare danni al nostro organismo?Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

A cosa servono le caraffe filtranti?

Le caraffe devono essere utilizzate solo su acqua già potabile, mentre non possono essere usate su acqua di pozzo o sorgenti se non sono state sottoposte ad analisi che ne certifichino la potabilità.

All’interno delle caraffe c’è una cartuccia filtrante, costituita da diversi materiali granulari, che trattengono i composti indesiderati dall’acqua che si versa nella caraffa.

In particolare addolciscono l’acqua che filtrano con uno scambio ionico, rimuovono calcio e magnesio e li sostituiscono con sodio e potassio. 

Le caraffe di ultima generazione tendono a evitare di impoverire troppo l’acqua di elementi utili per la salute. Inoltre, il carbone attivo presente nella cartuccia trattiene eventuali tracce di inquinanti presenti nell’acqua: solventi e trialometani, pesticidi, idrocarburi, residui di farmaci.

In generale le caraffe filtrano e trattengono facilmente le molecole più grosse e persistenti, mentre sono meno efficaci su elementi inquinanti più piccoli e solubili, come l’arsenico.

Le caraffe filtranti sono sempre necessarie se si vuole bere l’acqua del rubinetto?

L’acqua dell’acquedotto può essere normalmente consumata così com’è: è controllata sistematicamente dagli acquedotti e dalle Asl (o Usl o ATS), deve rispettare limiti su oltre 30 parametri chimici e microbiologici, che la rendono sicura e adatta all’uso di tutta la famiglia.

In alcune zone la sua eccessiva durezza e il sapore di cloro scoraggiano a berla direttamente dal rubinetto: se il problema è dunque il gusto, una caraffa filtrante potrebbe essere un valido alleato. Si può anche fare analizzare l’acqua di casa propria rivolgendosi al comune di appartenenza.

È bene ricordare che il calcare non è dannoso per la salute, né causa calcoli renali, come erroneamente si crede.

Quando le caraffe possono fare male?

Non fanno male se si utilizzano correttamente. Occorre fare molta attenzione alla manutenzione, evitando che l’acqua ristagni a lungo nella caraffa e rispettando scrupolosamente i tempi di sostituzione della cartuccia come indicato nelle istruzioni o sulla caraffa stessa.

Le nuove cartucce durano anche più di 30 giorni e devono essere correttamente smaltite nell’indifferenziata.

Se le cartucce filtranti non si sostituiscono, possono non essere efficaci o addirittura nocive nel caso si sviluppi una proliferazione batterica che contamina l’acqua. 

 

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