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Alimentazione

Il dolce gusto dell’albicocca

16/05/2005

E’ un piccolo frutto di forma sferica, con la buccia di colore giallo-arancio e la polpa arancione. Considerata in passato un frutto esotico e rarissimo (pare che fosse già molto apprezzata 4.000 anni fa dagli imperatori cinesi) proviene dalla Cina e dall’Asia Centrale. E’ il frutto dell’albicocco, un alberello che appartiene alla stessa famiglia delle rose. L’albicocco fu diffuso in Europa dai Romani dopo la conquista dell’Armenia e in questa terra l’albicocca veniva chiamata mela d’Armenia, all’inizio dell’era cristiana. Furono, però, gli Arabi a reintrodurne la coltivazione nel bacino del Mediterraneo attorno al X secolo mentre in America venne introdotta solo dopo il 1700. L’albicocca compare a primavera, quasi ad indicare il cambio di stagione e la dolcezza di questo periodo. Il sapore, infatti, è piacevolmente dolce e sostituisce quelli aciduli tipici dell’inverno. Vediamo quali sono le caratteristiche di questo frutto con gli specialisti dell’équipe di dietisti di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Quali sono le caratteristiche dell’albicocca?
“L’albicocca è una miniera di potassio e, soprattutto, di betacarotene, importante antiossidante che agisce contro i radicali liberi. Viene consigliata in tutte le diete legate a carenza di vitamina A ed il suo consumo è consigliato prima di esporsi al sole per proteggere la pelle e gli occhi. La vitamina A, infatti, ha un ruolo importante nel meccanismo della visione, protegge le mucose e favorisce l’accrescimento corporeo. L’albicocca, inoltre, è particolarmente ricca anche di vitamina C, che mantiene l’integrità dei vasi sanguigni, delle gengive, e protegge le mucose, ma molto di più di sali minerali (calcio, fosforo, ferro, magnesio ed altri oligoelementi) e di zuccheri. Ai suoi zuccheri, specie al sorbitolo, deve la leggera proprietà lassativa. Ha un buon contenuto proteico che le conferisce un apprezzabile valore nutritivo e dietetico, è ricca di fibre alimentari, acido citrico, malico, ossalico e tartarico. Insomma, l’albicocca è un frutto saporito, nutriente e digeribile. Viene considerata energetica e ricostituente, per questo è indicata in caso di debolezza o di anemia, ma anche in caso di nervosismo e insonnia e nelle convalescenze per cui è consigliata in tutti quei casi in cui è necessario un aumento della riserva alcalina nell’organismo e, in particolare, nel periodo della crescita”.

Come deve essere conservata?
“Deve essere conservata in frigorifero perché deperisce in fretta, in particolare in un sacchetto di plastica cui si devono praticare dei piccoli fori per evitare che possa marcire. In questo modo resiste anche 6-7 giorni. E’ bene ricordare che quando la si acquista la buccia non deve presentare macchie scure o puntini verdi o gialli, che indicano che l’albicocca è ancora acerba e, quindi, meno dolce e di più difficile digestione. Se si acquistano frutti non troppo maturi è bene tenerli a temperatura ambiente finché non risulteranno morbidi al tocco”.

A chi è sconsigliata?
“L’albicocca è sconsigliata a chi deve seguire un’alimentazione povera di fibre”.

E’ vero che il nocciolo è tossico?
“Il nocciolo, come quello della mandorla amara, fa male solo quando lo si apre perché contiene una sostanza, un derivato dell’acido cianidrico, che lo rende altamente tossico, per questo non deve mai essere aperto, né tantomeno mangiato”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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