Si parla di aritmie quando si è in presenza di variazioni del ritmo del cuore. Sono molto diffuse e possono consistere in un rallentamento del battito (bradiaritmie) e in una sua accelerazione (tachiaritmie).
Alcune forme rare di aritmie possono essere molto pericolose, ma oggi la medicina, soprattutto l’elettrofisiologia permette di guarirne dal 70 al 98% dei casi, a seconda della tipologia, con una recidiva rara, quasi inesistente.
Ne parliamo con il dottor Giosuè Mascioli, cardiologo e aritmologo, responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Come si presentano le aritmie?
«Le aritmie in cui il cuore batte piano si manifestano in genere con vertigini intense o con veri e propri svenimenti, che si ripetono con una certa continuità e portano a pensare che ci sia qualcosa che non va a livello di ritmo cardiaco. Un altro segnale di aritmia è la presenza di episodi di cardiopalmo, in cui il cuore comincia improvvisamente a battere molto veloce e altrettanto improvvisamente torna normale. Una mancanza di gradualità che deve essere sottoposta all’attenzione di uno specialista aritmologo. Così come la mancanza di fiato, che potrebbe indicare la presenza di fibrillazione atriale, abbastanza diffusa tra le persone con più di 75 anni».
(Per approfondire leggi qui: Cuore, all’origine dell’aritmia non solo elettricità ma anche meccanica)
Quali possono essere le cause di un’aritmia?
«Bisogna distinguere le aritmie di origine patologica, che dipendono dalla malattia in corso, da quelle di origine “esterna”. Per quanto riguarda queste seconde, gli americani e gli inglesi chiamano le aritmie “sindromi del cuore in vacanza” perché quando si è rilassati, appunto in vacanza, si tende a bere e a mangiare di più. E il sovraccarico di alcol e l’accumulo di grasso, così come la pressione eccessiva, è uno dei fattori scatenanti della fibrillazione atriale. Aritmie possono inoltre essere causate da dolori intensi, dalla presenza di febbre o anche da problemi di tipo digestivo, tipo reflusso gastroesofageo, visto che l’esofago passa proprio dietro il cuore e una sua irritazione può provocare irritazione delle pareti cardiache e provocare così extrasistoli».
(Per approfondire leggi qui: Fibrillazione atriale, il cuore “grasso” perde il ritmo)
È possibile prevenire il formarsi di aritmie?
«Purtroppo non ci sono azioni che possano prevenire le aritmie. Ci sono però situazioni, come quelle qui sopra elencate, che possono essere evitate così che non si scatenino le crisi aritmiche. In questo caso si può dire che quello che facciamo non è la causa dell’aritmia, ma ne è semplicemente il suo fattore scatenante. La miglior prevenzione può dunque essere fatta con la diagnosi precoce: la presenza di segnali deve sempre essere tenuta in considerazione e portata a conoscenza del proprio medico e, se sarà il caso, dell’aritmologo».