La vaccinazione è la prima arma contro il tetano, i consigli dei pediatri

Male doctor presses on screen digital tablet in the hospital

Dal 1963 contro il tetano è prevista la vaccinazione obbligatoria. Per tutti i nuovi nati questa è ormai una procedura standard, tanto che da oltre 20 anni viene vaccinato oltre il 90% dei bambini. Attualmente infatti questa patologia colpisce soprattutto persone anziane, non vaccinate o vaccinate in maniera inadeguata. Il tetano è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani. Tante restano però le domande che i genitori si fanno a proposito di questa malattia. Ecco i consigli del dottor Marco Nuara, pediatra di Humanitas, e degli esperti della Società italiana di pediatria (Sip).

 

La malattia e come si contrae: il falso mito della ruggine

Di tetano ne esistono diverse forme: la malattia può colpire infatti in maniera generalizzata, localizzata, cefalica oppure colpire i neonati in una forma più fiera. In tutte le casistiche il bacillo del tetano produce una tossina che raggiunge, attraverso il sangue e il sistema linfatico, il sistema nervoso centrale, interferendo con il rilascio di neurotrasmettitori che regolano la muscolatura, causando così contrazioni e spasmi diffusi. Nella maggior parte dei casi, il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni. Secondo molte persone a causare questa malattia sarebbe la ruggine. Ma gli esperti chiariscono: “Non è la ruggine a causare il tetano. Può esserlo solo se l’oggetto arrugginito è stato contaminato dalle feci di animali portatori del batterio nel proprio intestino (bovini, equini, ovini). La ruggine è solo la spia della lunga permanenza dell’oggetto metallico nell’ambiente e, quindi, del suo rischio di contaminazione”.

Cosa fare se ci si ferisce con qualcosa di arrugginito?

Le ferite superficiali, se ben disinfettate, non espongono a rischio di tetano poiché le spore causa della malattia hanno bisogno di un ambiente senza ossigeno e questa circostanza si può verificare solo se la ferita è profonda o necrotica. Se la ferita quindi dovesse avere queste caratteristiche è bene contattare immediatamente un medico.

 

L’antitetanica, quali controindicazioni?

Al vaccino antitetanico possono esserci reazioni, nella maggioranza dei casi lievi, che comprendono gonfiore e rossore nel punto dove viene effettuata l’iniezione. Solitamente il tutto scompare entro due o tre giorni nel 25% dei casi. Solo nel 3% dei casi si possono verificare reazioni locali più estese e dolorose a distanza da 2 a 8 ore dopo l’iniezione. I più soggetti sono però gli adulti che hanno effettuato già più di un richiamo. Una reazione allergica grave da vaccino è invece molto rara.

 

Quando vaccinare i bambini?

Con la vaccinazione obbligatoria dai primi anni ’60, prevede la somministrazione di tre dosi nel primo anno di vita (al terzo, quinto e dodicesimo mese di età). Una dose di richiamo viene eseguita poi a 5 anni e un’altra a 15 anni. La protezione poi declina con il passare del tempo per cui è necessario eseguire richiami decennali.

Redazione Humanitas Salute: