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Bellezza

Modelle più in carne? Bene per l’autostima ma anche per il settore moda

24/02/2016

I cataloghi di moda dovrebbero ospitare più modelle in carne e meno taglie 36. Tra i primi a beneficiarne ci sarebbe proprio l’industria del fashion. Non sempre una modella super magra aiuta vendere, dice una ricerca della University of Kent (Regno Unito).

I ricercatori hanno valutato il possibile impatto sulle vendite di testimonial con taglie più nella norma tanto per marchi esistenti quanto per brand fittizi. Hanno condotto 3 studi in cui hanno chiesto a donne tra 18 e 25 anni quale taglia di modelle preferissero. Nella valutazione dei risultati il team ha tenuto conto del ruolo che l’autostima delle partecipanti giocava nell’orientare le preferenze.

Per i marchi esistenti le modelle di taglia media e quelle con taglia 36 erano sostanzialmente interscambiabili avendo un minimo impatto sulla valutazione del prodotto. Ma nel caso dei marchi fittizi le donne intervistate preferivano la presenza delle modelle di taglia media rispetto a quelle super magre. A pesare certamente il fatto che le intervistate non conoscessero i brand da giudicare. Questa preferenza era ancora più significativa tra le partecipanti che avevano rivelato di avere poca autostima.

(Per approfondire leggi qui: #ThighReading, tendenza Twitter: gambe in mostra con i loro “difetti”)

Non tutte acquisterebbero capi d’abbigliamento sponsorizzati da modelle troppo magre

La ricerca dimostra che l’industria del fashion non ha nulla da temere se dovesse ricorrere a modelle un po’ più formose per le sue campagne pubblicitarie e potrebbe addirittura beneficiarne economicamente, dicono i suoi autori.

Lo studio, pubblicato pochi mesi fa su European Journal of Marketing, fa il paio con un altra ricerca della Baylor University (Stati Uniti) pubblicata su Atlantic Marketing Journal. Secondo lo studio fino al 70% del pubblico ideale di una campagna di marketing non comprerebbe prodotti le cui testimonial sono modelle molto magre.

Da oggi e fino al 29 febbraio a Milano si riaccendono i riflettori del fashion con Milano Moda Donna e le sfilate femminili autunno/inverno 2016/17. Sulle passerelle è ormai consueto trovare modelle con taglie maggiori fino a ragazze curvy o plus size che hanno rappresentato una genuina novità. Negli ultimi anni la questione delle taglie delle modelle si è rivelato un tema molto controverso. Il cosiddetto “thin ideal”, ovvero l’ideale secondo cui “magro è meglio”, è stato messo in discussione e molti brand sembrano aver imparato la lezione.

Il successo del curvy è testimoniato anche dall’arrivo delle nuove Barbie più lontane dai canoni tipici della bellezza che la stessa bambola ha contribuito a consolidare. Le bambine possono comprare Barbie più formose, ma anche più alte o basse di quelle tradizionali, dunque più vicine alle tante sfumature della bellezza reale, specchio di «un trend in atto nella società contemporanea che vede sì la ricerca della bellezza e di un aspetto il più possibile giovane, ma senza rinunciare alle proprie caratteristiche in nome di un cliché», osserva il professor Marco Klinger, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia plastica dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: ‘Curvy’, basse e alte: le nuove Barbie specchio della bellezza reale)

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