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Alimentazione

Celiachia, quali sono i sintomi e cosa mangiare 

06/06/2023

La celiachia è una patologia cronica immunomediata che provoca una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione di glutine. La malattia può essere diagnosticata in diversi stadi della vita, sia nei neonati di pochi mesi che negli adulti asintomatici. Se non diagnosticata e curata, la reazione immunitaria scatenata dalla celiachia può causare infiammazione all’intestino tenue e ai villi intestinali, impedendo l’assorbimento dei nutrienti e compromettendo gravemente la salute del soggetto interessato, fino a forme di celiachia complicata, come la celiachia refrattaria e il linfoma intestinale. 

Approfondiamo l’argomento con il dottor Benedetto Mangiavillano, responsabile della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas Mater Domini.

Che cos’è il glutine?

Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali, come l’orzo, il frumento e la segale. L’assunzione di glutine da parte di un soggetto affetto da celiachia può provocare un’infiammazione intestinale cronica che porta alla distruzione progressiva dei villi intestinali e a un conseguente malassorbimento. Per questo motivo, il trattamento principale è quello di evitare completamente l’assunzione di alimenti che potrebbero contenere anche piccole tracce di glutine.

Celiachia, quali sono le cause?

La celiachia è una patologia immunomediata caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino tenue che provoca la produzione di anticorpi specifici e l’atrofia dei villi intestinali. Questo determina un malassorbimento dei nutrienti, causando sintomi come diarrea, gonfiore e anemia. Attualmente, la terapia della celiachia consiste nell’eliminazione totale del glutine dalla dieta (dieta priva di glutine). 

La celiachia è una malattia multifattoriale, innescata dal glutine ma anche da altri fattori ambientali come le infezioni gastroenteriche e la gravidanza, oltre ad altre patologie autoimmuni come:

Inoltre, alcune sindromi genetiche come la sindrome di Down e quella di Turner si associano alla celiachia.

Quali sono i sintomi della celiachia?

La celiachia può anche essere asintomatica nell’adulto, ma solitamente l’ingestione di glutine provoca sintomi gastrointestinali come

Esistono anche altri sintomi di cui bisogna tenere conto, come le

  • ulcere della bocca
  • la perdita di capelli
  • la debolezza muscolare
  • l’anemia ferropriva
  • l’ipertransaminasemia
  • l’osteopenia
  • l’osteoporosi
  • la storia di infertilità
  • poliabortività

Se si sospetta di essere affetti da celiachia, è importante evitare le diete fai-da-te e consultare uno specialista. Attraverso gli esami adeguati (sierologia per la celiachia e, in caso di risultato positivo, gastroscopia con biopsie multiple a livello del duodeno), sarà possibile diagnosticare la malattia. 

Celiachia o sensibilità al glutine non celiaca: quali differenze?

Vi sono individui che presentano sintomi simili a quelli della celiachia, come nausea, stanchezza cronica, mal di testa, dolori muscolari e sensazione di gonfiore addominale, ma che non sono affetti dalla malattia celiaca. Tuttavia, questi pazienti possono trarre un evidente beneficio dalla sospensione dell’assunzione di cibi contenenti glutine. Questa condizione è detta sensibilità al glutine non celiaca (NCGS). 

La sensibilità al glutine non celiaca è una condizione sempre più diffusa, che presenta sintomi simili a quelli della celiachia, ma che non rientra nella patologia celiaca in senso stretto. La NCGS sembra colpire un numero maggiore di persone rispetto alla celiachia, ma non è ancora chiaro se sia un fattore di rischio per la celiachia o una condizione a sé stante. In molti casi, i pazienti che vengono diagnosticati con la sindrome dell’intestino irritabile in realtà soffrono di NCGS e migliorano significativamente quando eliminano il glutine dalla loro dieta. Ciò è dovuto al fatto che l’intestino ha un forte impatto sulla salute psico-fisica dell’individuo. 

Celiachia, cosa mangiare e cosa evitare

È di fondamentale importanza che l’intestino e la mucosa del paziente celiaco recuperino la loro funzionalità originale. Per questo motivo, al fine di ridurre i sintomi spesso invalidanti della malattia, il paziente deve seguire una dieta rigorosamente priva di glutine. Ciò significa che è vietato consumare pane, pasta, dolci e tutti gli altri prodotti a base di cereali e farine contenenti glutine come avena, frumento, farro, orzo, grano, Kamut o malto. Anche il lievito e il seitan sono da evitare, così come i piatti pronti che possono contenere tracce di glutine (anche se, in tal caso, la legge richiede che ciò venga segnalato sull’etichetta) e il latte e lo yogurt a base di cereali e malto.

In aggiunta, il glutine viene frequentemente utilizzato come addensante in vari prodotti alimentari, pertanto è importante fare sempre attenzione agli ingredienti delle salse, dei dadi solubili, degli insaccati e delle caramelle. 

Anche alcune bevande sono vietate, come la birra, il caffè solubile e altre bevande solubili che potrebbero contenere tracce di glutine, così come i tè aromatizzati. 

In generale, esiste una vasta gamma di prodotti senza glutine disponibili sul mercato, contrassegnati dall’apposita etichetta e venduti comunemente nei supermercati e nei negozi di alimentari. Questi prodotti possono essere una risorsa alimentare sicura per i pazienti celiaci e, per evitare qualsiasi dubbio, è possibile utilizzare i prontuari forniti dall’Associazione Italiana Celiachia, creati appositamente per aiutare i pazienti a distinguere tra alimenti che possono essere consumati tranquillamente e quelli che invece devono essere evitati.

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