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Vero/Falso

“Prostata ingrossata, invecchiando è normale”, vero o falso?

04/05/2017

Argomento di cui non amano parlare tra loro e, spesso, neppure con il proprio medico, molti uomini credono sia normale, invecchiando, che la prostata si ingrossi. Vero o falso? L’abbiamo chiesto al dottor Alberto Saita, urologo dell’ospedale Humanitas.

Vero. Anche se non è la regola, cioè non vale per tutti gli uomini, tuttavia già a partire dai 30 anni la prostata tende ad aumentare di volume, cioè può iniziare quel processo di ipertrofia prostatica benigna noto comunemente come “prostata ingrossata” – spiega l’esperto. – Mentre il volume di una prostata normale è quantificato in circa 20 grammi di peso, in alcuni soggetti il processo di ipertrofia prostatica avviene in maniera talmente abnorme da arrivare a pesare anche 200 grammi. Avere una prostata con un volume più ampio, in alcuni casi significa avere una maggiore possibilità di andare incontro a problemi quali difficoltà a svuotare la vescica, frequente stimolo ad andare in bagno, oltre a bruciore, dolore nella zona renale e febbre, tutti sintomi che devono già spingere l’uomo a rivolgersi ad uno specialista. Prima di impostare un piano terapeutico, gli esami che solitamente vengono effettuati, oltre al dosaggio del PSA, sono l’esplorazione rettale digitale ed eventuale ecografia, per valutare la quantità di ristagno urinario in vescica, o l’uroflussometria, cioè la misurazione del flusso urinario.

Sul fronte della terapia, invece, i farmaci oggi a disposizione che agiscono riducendo il volume prostatico, cioè la finasteride e la dutasteride, sono prescritti in casi selezionati perché possono avere effetti indesiderati sull’erezione, e quindi sulla sfera sessuale del paziente, oppure farmaci alfalitici che agiscono sul collo della vescica riducendo la resistenza allo svuotamento, ma possono dare effetti collaterali reversibili quali la riduzione della pressione sanguigna e retrospermia, cioè il reflusso dello sperma in vescica. Generalmente questi farmaci possono essere prescritti in associazione tra loro e con fitoterapici, privi di effetti collaterali, tra i quali il più noto è la Serenoa Repens, cioè l’estratto di una palma nana che ha una lenta azione antinfiammatoria sui processi di crescita prostatica, anche se non ha un’efficacia comparabile a quella della finasteride. In casi selezionati, e se la terapia medica non è efficace, è indicato il trattamento chirurgico di resezione endoscopica della prostata (TURP), ancor oggi il più diffuso, oppure l’intervento mini-invasivo con tecnica laser (HoLEP) soprattutto nella prostata di  grosse dimensioni. Dopo l’intervento possono essere presenti sintomi di tipo irritativo per qualche settimana dovuti al processo di guarigione mentre potrebbe presentarsi in modo permanente la retrospermia, cioè il passaggio di sperma in vescica dovuto all’asportazione dello sfintere liscio presente sul collo vescicale.”

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