È uno degli infortuni più noti ai tifosi di calcio: la distorsione al ginocchio, che può tenere gli atleti lontani dai campi per alcune settimane, almeno nei casi meno gravi. «”Distorsione” è un termine generico per indicare una sollecitazione dei capi articolari. Quello che rileva è il meccanismo lesivo e il danno ai legamenti del ginocchio», ricorda il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas. In che modo proteggere i legamenti? Basta tenere a mente due regole.
Il ginocchio presenta quattro grandi legamenti: il crociato anteriore, il crociato posteriore, il legamento collaterale mediale e quello laterale. I più esposti sono i due crociati: «Quella del ginocchio – spiega il dottor Volpi – è un’articolazione che sfrutta molto i movimenti rotatori. E proprio questi mettono a rischio l’integrità dei legamenti crociati nella pratica sportiva. Tra i due crociati, i legamenti che costituiscono il pivot centrale del ginocchio, quello anteriore ha una maggiore esposizione. Questo perché è anatomicamente meno robusto del posteriore e poi perché svolge quell’attività che controlla la traslazione anteroposteriore e soprattutto quella rotatoria».
Non solo i calciatori a rischio infortunio
Una rotazione, per l’appunto, ma anche uno stop improvviso, l’iperestensione del ginocchio, un repentino cambio di direzione o un contatto traumatico diretto contro il terreno, ad esempio con il ginocchio piegato, sono tutti movimenti che possono causare una lesione dei crociati o anche del collaterale mediale. Sport come basket, sci, rugby, ginnastica, oltre al calcio, sono le discipline in cui questo infortunio è più frequente: «I legamenti sono invece più protetti in quegli sport che non sollecitano molto l’articolazione, come il ciclismo o il nuoto, oppure quelli in cui questo tipo di movimento è ridotto, come la corsa».
Il legamento collaterale è meno soggetto a lesione in seguito a una distorsione se prevale la componente rotatoria. «I rischi aumentano se il ginocchio è sottoposto a stress in varo e in valgo», ovvero a forze di deviazione verso l’esterno e verso l’interno.
La sintomatologia è diversa a seconda del legamento interessato e anche dell’entità della lesione. Il dolore e il gonfiore sono i primi sintomi che si manifestano. In genere si distinguono tre diversi gradi di severità della distorsione (lieve, moderato, grave), «ma poi si entra nella valutazione del danno al legamento. Si distingue una lesione parziale, se i tessuti hanno subito un danno modesto che ha riguardato poche fibre, da uno subtotale o totale. La diagnosi è prevalentemente clinica, con il successivo ricorso a un esame strumentale come la risonanza», sottolinea lo specialista.
La scelta del trattamento dipenderà dall’entità del danno
«Se il danno ai legamenti collaterali è di primo o secondo grado si opta per un trattamento conservativo. Per il crociato anteriore, invece, la differenza la fa la presenza di una lesione: a fronte di una lesione si opta per l’intervento di ricostruzione. Nella quasi totalità delle distorsioni che coinvolgono il crociato anteriore si interviene chirurgicamente; questo per evitare che nel tempo l’articolazione vada incontro a deterioramente e a un’artrosi precoce».
Per gli sportivi è possibile però prevenire un infortunio come la distorsione. Sono due le indicazioni imprescindibili: «È fondamentale avere una muscolatura, dei quadricipiti soprattutto, adeguata a sopportare lo sforzo che si sostiene, e poi avere una conoscenza sufficiente dello sport che si va a praticare. Basti pensare a quanti si improvvisano sciatori e poi devono fare i conti con la rottura del legamento crociato. A queste due regole – conclude il dottor Volpi – si accompagnano gli altri suggerimenti sempre validi della scelta delle calzature e del riscaldamento».