Il dentifricio al carbone attivo è caratterizzato dal tipico colore nero, ed è conosciuto per il suo effetto sbiancante sui denti; funziona veramente così?
Per molti il carbone attivo può rappresentare una soluzione semplice ed economica per eliminare macchie superficiali dai denti e farli tornare al loro colore naturale. Tuttavia, senza il consiglio di un professionista e se non si seguono le giuste accortezze può danneggiare il sorriso.
Ne parliamo con il Prof. Roberto Weinstein, Direttore Scientifico dell’Odontoiatria Humanitas.
Dentifricio al carbone attivo: può sbiancare i denti?
Il dentifricio al carbone attivo è un dentifricio lievemente abrasivo e ha un’alta capacità assorbente che consente di eliminare pigmenti superficiali dai denti.
Con questo metodo non è possibile rimuovere macchie profonde che si trattano invece con metodi professionali, ovvero lo sbiancamento dentale.
Non esistono ancora studi che dimostrino l’efficacia di sbiancamento e sicurezza di questo dentifricio.
È importante sottolineare che i denti non sono naturalmente bianchi, ma la loro colorazione è correlata geneticamente a quella di pelle, occhi e capelli di un individuo. Inoltre, la presenza di macchie sui denti, magari se grigiastre o di color gesso, possono indicare non tanto un problema estetico da eliminare, quanto la presenza di carie o danni allo smalto. In questi casi è sempre meglio sottoporsi alla valutazione specialistica di un dentista.
Il carbone attivo è pericoloso per i denti?
L’uso costante di dentifricio al carbone attivo potrebbe compromettere lo smalto dei denti, rendendoli sensibili al caldo e al freddo. Quando viene pubblicizzato questo prodotto, non si fa riferimento poi al basso contenuto di fluoro, sostanza importante che aiuta a fortificare lo smalto dentale e contrastare l’acidità del cavo orale.
Prima di utilizzare il dentifricio con carbone attivo, consigliamo di effettuare una visita dal dentista che saprà consigliare i trattamenti migliori per il singolo caso. Gli studi scientifici in nostro possesso non ne giustificano infatti l’impiego, anche alla luce del costo alto rispetto ai normali dentifrici.