Oculistica

Congiuntivite e blefarite: sintomi e rimedi

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Congiuntivite e blefarite sono disturbi a carico dell’occhio. La congiuntivite è l’infiammazione della congiuntiva, la membrana che riveste l’interno delle palpebre, mentre la blefarite è un’infiammazione del margine delle palpebre.

Quali sono i sintomi? Approfondiamo l’argomento con il dottor Bruno Battaglia, oculista di Humanitas San Pio X.

Congiuntivite: quali sono i sintomi e quanto dura

La congiuntivite è un’infiammazione della congiuntiva, la sottile membrana che riveste l’interno delle palpebre e la superficie esterna dell’occhio. Si manifesta con sintomi comuni come rossore, bruciore e una sensazione di corpo estraneo nell’occhio. La congiuntivite può essere classificata in due grandi categorie: infettiva e non infettiva. Anche se la presentazione clinica sia simile tra le varie forme, la causa scatenante differisce, influenzando il trattamento da adottare.

La congiuntivite infettiva è causata da agenti patogeni come virus, batteri, funghi o parassiti. La congiuntivite virale è la più comune e si caratterizza per secrezioni mucose. Solitamente, inizia da un occhio per poi diffondersi all’altro e può durare giorni o settimane. Spesso è associata a febbre, sintomi simil-influenzali e gonfiore dei linfonodi preauricolari e sottomandibolari. La congiuntivite batterica, invece, si manifesta con secrezioni più dense, muco-purulente, e ha un decorso più rapido rispetto a quella virale.

La congiuntivite non infettiva include forme allergiche che si manifestano soprattutto durante la primavera o in risposta all’esposizione a allergeni come peli di animali o acari della polvere. Queste congiuntiviti allergiche sono bilaterali e accompagnate da secrezioni mucose meno abbondanti rispetto alle forme infettive e da un arrossamento meno intenso. Possono comportare gonfiore delle palpebre e spesso sono associate a rinite allergica. Alcune forme allergiche sono perenni, mentre altre hanno una stagionalità ben definita.

Come curare la congiuntivite

Il trattamento delle congiuntiviti infettive varia a seconda della causa. In generale, il lavaggio frequente delle mani e l’igiene degli oggetti personali come federe e asciugamani è fondamentale per prevenire la diffusione dell’infezione. In alcuni casi, si può ricorrere a lacrime artificiali e impacchi freddi per alleviare i sintomi e ridurre il gonfiore delle palpebre. Per le forme batteriche, l’oculista può prescrivere colliri antibiotici, talvolta associati a cortisone. È importante evitare l’uso di antibiotici per le forme virali, poiché non hanno efficacia e possono promuovere lo sviluppo di resistenze. Le congiuntiviti infettive sono spesso auto-risolventi, ma una visita oculistica è necessaria se si usano lenti a contatto, poiché esiste il rischio di complicazioni più gravi come la cheratite.

Il trattamento principale della congiuntivite allergica consiste nell’uso di colliri antistaminici o cortisonici, associati a lacrime artificiali e impacchi freddi per alleviare il gonfiore e il disagio. È importante evitare l’esposizione agli allergeni responsabili quando possibile. In alcuni casi, anche se i test allergologici possono risultare negativi, è consigliato prestare attenzione ai sintomi stagionali o ambientali. Le lenti scure sono particolarmente utili nelle giornate luminose, poiché aiutano a proteggere gli occhi dalle radiazioni UV che possono peggiorare i sintomi.

Blefarite: le cause e la cura

La blefarite è un’infiammazione del margine delle palpebre ed è una delle patologie oculari più diffuse. Sebbene non causi solitamente gravi problemi, può provocare fastidi come bruciore, lacrimazione e arrossamento delle congiuntive e delle palpebre. Esistono diverse forme di blefarite, ognuna legata a cause specifiche.

Una delle forme più comuni è la blefarite da Demodex, causata da un acaro della pelle che prolifera tra le ciglia, generando infiammazione attraverso i suoi prodotti di scarto. Un’altra forma frequente è quella da infezione da stafilococco, che se non trattata, può portare a complicazioni gravi come cheratite marginale o ulcere ricorrenti sulla cornea. Alcuni casi di blefarite sono associati a malattie cutanee come l’acne rosacea, caratterizzata da rossore e infiammazione del volto e delle palpebre, con la presenza di piccoli vasi sanguigni anomali che rilasciano sostanze infiammatorie. In certi casi, la blefarite può essere collegata a disturbi gastrointestinali, come la sindrome del colon irritabile, la malattia di Crohn o la rettocolite ulcerosa.

L’infiammazione causata dalla blefarite porta a una disfunzione delle ghiandole di Meibomio, che si trovano all’interno delle palpebre e producono una componente importante del film lacrimale. Quando queste ghiandole sono compromesse, la qualità del film lacrimale si riduce, causando una rapida evaporazione delle lacrime e una sensazione di occhio secco. Questa condizione può portare a una lacrimazione eccessiva (epifora) e, in alcuni casi, alla formazione di calazio, cisti infiammatorie che possono persistere per mesi e, talvolta, richiedere un intervento chirurgico per essere rimosse.

La terapia per la blefarite varia, ma nella maggior parte dei casi prevede una buona igiene palpebrale con prodotti specifici, massaggi delle palpebre, l’uso di lacrime artificiali e, in alcune situazioni, il trattamento con cortisone e antibiotici. In certi casi, gli oculisti possono anche prescrivere integratori per migliorare la flora intestinale.