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Epatologia

Epatiti: uno sguardo d’insieme 

22/09/2020

Le epatiti sono una delle più diffuse e conosciute cause di malattia epatica.

Nel mondo 240 milioni di persone soffrono di epatite cronica B e 70 milioni di epatite cronica C. Insieme, queste infezioni causano 1,5 milioni di morti l’anno, nonostante in molti paesi siano state adottate efficaci misure di contenimento, che vanno dallo screening dei donatori e delle partorienti, ai programmi di vaccinazione anti epatite B dei neonati e al diffondersi di efficaci cura antivirali per entrambi i virus. 

La continua crescita di casi di epatite virale ha indotto l’Organizzazione mondiale della Sanità a lanciare una campagna sovranazionale per la sua eliminazione.

Insieme agli specialisti dell’Unità Operativa di Epatologia di Humanitas andiamo a scoprire quali tipi di epatiti esistano, come sono classificate e come prevenirle. 

Cos’è un’epatite?

Si tratta di infiammazione e distruzione delle cellule epatiche che, dopo un esordio acuto sintomatico o asintomatico, può avere un’evoluzione autolimitante oppure cronica. Se non curata, può durare tutta la vita.

L’epatite è il risultato di un’aggressione immunitaria del fegato da parte di linfociti deputati alla nostra difesa, che aggrediscono gli epatociti imbevuti di proteine virali. I classici virus dell’epatite (A, B, C, D, E) non sono direttamente epatolesivi, mentre possono esserlo altri virus come il citomegalo o l’herpes in determinate situazioni cliniche.

Alcune epatiti sono causate da fenomeni di aggressione immunitaria senza evidenti fattori scatenanti (epatiti autoimmuni), altre sono causate da esposizione a sostanze tossiche come alcol o farmaci, altre ancora dalla epatotossicità dei grassi tissutali come la steatoepatite non alcolica osservata negli obesi e dei diabetici.

La classificazione delle epatiti

Le epatiti virali sono causate da virus e sono classificate con le lettere dell’alfabeto. Abbiamo l’epatite A, B, C, D, E, e da virus particolari, come il citomegalovirus, l’herpes, il virus della mononucleosi.

L’epatite A e l’epatite E si contraggono per via feco-orale, attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati dal virus, o dal contatto con altre persone infette. 

L’epatite A è contrastabile con il vaccino: bastano due dosi, somministrate a sei mesi di distanza l’una dall’altra. 

L’epatite B, l’epatite C e l’epatite D sono trasmesse mediante sangue infetto, durante rapporti sessuali non protetti o al momento del parto, se la madre è infetta.

Dal 1991, in Italia, il vaccino contro l’epatite B è tra quelli obbligatori, ed è offerto gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale. 

Le epatiti non virali, invece, hanno cause differenti: possono dipendere da sostanze chimiche, problemi metabolici o dall’assunzione di alcuni farmaci.

Il trattamento dipenderà dalle cause, e sarà lo specialista a proporre la terapia più adeguata.

Esistono poi le epatiti autoimmuni, patologie causate da un’autoaggressione del sistema immunitario nei confronti del fegato. Le difese immunitarie, infatti, per errore attaccano il fegato, provocandone l’infiammazione, che può condurre alla cirrosi e a danni permanenti. Come la maggior parte delle malattie autoimmuni, le epatiti autoimmuni tendono a colpire maggiormente le donne: circa il 70% dei pazienti, infatti, è di sesso femminile. 

Si può prevenire l’epatite?

Sì. Innanzitutto con la vaccinazione anti epatite A e B, e poi con uno stile di vita accorto, sobrio e sportivo. Il controllo del peso corporeo con dieta ed attività fisica previene la steatoepatite non alcolica, mentre il moderato consumo previene i danni sicuri dell’alcol.

Attenzione a tatuaggi e piercing: è bene informarsi e cercare delle strutture adatte, che utilizzino strumenti sterilizzati o monouso, con personale adeguato e preparato.

Infine, in caso di viaggi in zone ritenute a rischio, è necessario seguire il protocollo del Paese e sottoporsi alle vaccinazioni preventive.

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