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Battere sul tempo il tumore al seno con la prevenzione personalizzata: in Humanitas si può

16/08/2019

Oggi una donna su otto è colpita dal tumore al seno e se negli ultimi anni la sopravvivenza, come le guarigioni dal tumore alla mammella, è aumentata questo è dovuto anche alla diagnosi precoce. Dell’argomento, dell’importanza di screening e prevenzione, abbiamo parlato con Daniela Bernardi, responsabile della sezione senologica e di screening di Radiologia diagnostica in Humanitas e nel poliambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola, a Milano.

 

L’importanza dello screening

«Lo screening mammografico ha contribuito a ridurre notevolmente la mortalità per tumore al seno delle donne –spiega Bernardi-. In Italia il modello attuale prevede un invito nella fascia 50-70 anni, sulla base delle prove scientifiche di efficacia, perché è in questo intervallo di età che vede aumentare incidenza e nuovi casi. Tuttavia negli anni questa incidenza è cambiata e già tra i 45-50 anni il numero di casi è simile a quello della fascia d’età successiva: sarebbe auspicabile, quindi, che le Regioni iniziassero ad abbassare l’invito almeno a chi ha 45 anni, come già fanno Emilia Romagna e Piemonte. Il mio consiglio alle donne che hanno compiuto 40 anni è di controllarsi con una mammografia. La cadenza sarà suggerita dallo specialista in base alla conformazione del seno. E voglio rassicurare: il rischio di radioinduzione di tumore per una mammografia è bassissimo».

 

Prossimo obiettivo: personalizzare gli esami

Se l’obiettivo di garantire uno screening di prevenzione alle donne in età più sensibile è stato raggiunto, ora servirebbe un passo in più: «dovremmo focalizzare e ottimizzare il numero e il tipo di esami in base alla necessità della singola donna con le sue caratteristiche, quindi costruendo percorsi idonei –sottolinea Bernardi. Il salto di qualità è lavorare su chi ha un seno “complicato”, studiando e offrendo il modello migliore per questo insieme di donne». Con seno “complicato” Bernardi intende quelli giovani, densi, con molto tessuto ghiandolare; fatto, questo, che rende più complesso interpretare una mammografia e per cui il monitoraggio deve essere più frequente.

Humanitas all’avanguardia nello screening

Quanto all’esperienza professionale che sta vivendo in Humanitas Bernardi sottolinea due punti di forza del medical care: «Sto lavorando con tecnologie che rappresentano il meglio della diagnostica senologica, quindi in grado di garantire l’eccellenza. Ma questo è soltanto un aspetto dell’Istituto clinico; oltre alla cura è da evidenziare l’attività di ricerca nella patologia mammaria. Ci sono, infatti, diversi studi clinici e siamo in procinto di avviarne altri».

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