Chirurgia generale

Ernia inguinale: cos’è e come si cura

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L’ernia inguinale può avere diverse cause: può derivare da una predisposizione individuale, da uno sforzo fisico ripetuto, dalla stitichezza, da tosse persistente e da tutti gli eventi che aumentano la pressione endoaddominale. Colpisce prevalentemente l’uomo rispetto alla donna. La causa è la debolezza fisiologica del canale inguinale, attraverso il quale, durante lo sviluppo fetale, è stransito il testicolo prima di porsi nello scroto. Si tratta di un disturbo che può manifestarsi con fastidio locale, la presenza di una tumefazione locale e le cui dimensioni con il tempo sono soggetti a un peggioramento.

 Intervenire sull’ernia inguinale non è una procedura complessa, anche grazie alle tecniche di chirurgia mini-invasiva che da qualche tempo affiancano quelle tradizionali. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Platto, specialista in Chirurgia generale di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Busto Arsizio, Lainate e Milano De Angeli.

Ernia inguinale: di cosa si tratta?

In ambito medico la parola “ernia” sta a indicare l’uscita di visceri da un orifizio anatomico. Nell’area inguinale le strutture anatomiche che fanno parte della muscolatura addominale formano il canale inguinale, che attraversa la parete addominale all’altezza dell’inguine e collega la cavità addominale con lo spazio sottocutaneo all’area scrotale. Negli uomini questo canale permette il passaggio di arterie, vene, nervi diretti ai testicoli e soprattutto del dotto deferente che trasporta lo sperma dal testicolo al pene. Nelle donne è composto dal legamento rotondo, che ha la funzione di sorreggere l’utero. È proprio il canale inguinale quindi a rappresentare un punto debole, poiché le strutture muscolo tendinee si rilasciano e permettono la fuoriuscita dei visceri presenti nell’addome che passano per questa zona e vanno poi a costituire la tumefazione sottocutanea.

Le cause dell’ernia inguinale

L’ernia inguinale può essere in alcuni casi  congenita e quindi presentarsi fin dalla nascita e venire corretta dal Chirurgo Pediatra in età infantile. Più frequentemente si  manifesta nell’età adulta a causa di un graduale rilassamento dell’apparato muscolare e tendineo. Tale rilassamento è causato dalla concomitanza di sforzi fisici, dal normale invecchiamento dei tessuti o da una predisposizione individuale, da stitichezza, tosse persistente e dagli eventi che aumentano la pressione addominale vanno ad indebolire questa zona.

Quali sono i sintomi?

Innanzitutto va specificato che non tutte le ernie inguinali sono sintomatiche: in alcuni casi le ernie di piccole dimensioni attraversano il canale inguinale senza presentare disturbi e possono essere non visibili come una tumefazione.

In generale però le ernie diventano sintomatiche quando si osserva la tumefazione cutanea, quando si effettuano sforzi, durante l’esercizio fisico, in posizione eretta, durante lunghe camminate: ancora in presenza di uno sforzo intenso che riguarda l’area addominale (tosse, starnuti, defecazione). In queste stesse situazioni il gonfiore è più evidente, mentre è meno evidente quando si è a riposo o sdraiati, cioè quando non si esercitano pressioni particolari nell’area addominale.

A quali conseguenze si può andare incontro?

Le ernie tendono a peggiorare con il tempo, ingrossandosi e causando sintomi più evidenti. Il caso più rischioso è quando si raggiunge lo strozzamento, evento acuto e non prevedibile, cioè quando la tumefazione diventa dura e dolorosa, e non si riesce a ridurla in addome con una manovra di compressione. Si tratta di un campanello d’allarme molto importante poiché la compressione dei vasi sanguigni degli organi all’interno dell’ernia può essere tale da creare una ischemia-infarto dei tessuti e conseguente  necrosi fino ad una peritonite. Inoltre l’intestino incarcerato nell’ernia può causare una occlusione intestinale. Queste condizioni necessitano un’operazione chirurgica urgente. Proprio perché l’ernia è un disturbo che comunque tende a peggiorare, quando si presenta va valutato con lo specialista la possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico tradizionale o mini-invasivo.

Lo svolgimento dell’intervento tradizionale

L’intervento tradizionale per l’ernia inguinale prende il nome di ernioplastica inguinale per via anteriore. L’intervento si svolge tramite una piccola incisione, che permette di individuare l’ernia e riposizionarla nell’addome. Tramite l’applicazione ai muscoli e ai tendini di reti sagomate create con materiale sintetico, biocompatibile e non riassorbibile, si rinforza la parete muscolare riparando il punto debole. Il dolore che segue all’operazione è ridotto, il piano muscolare non essendo ricucito non è soggetto a tensione, e si riduce il rischio di una nuova lacerazione futura con la conseguente recidiva dell’ernia. Si tratta di un tipo di intervento che si esegue in Day Hospital e con anestesia locale che presenta un breve decorso post operatorio. Il paziente infatti può mangiare, alzarsi, camminare subito dopo l’operazione.

L’intervento con tecnica laparoscopica

Dagli anni novanta è possibile eseguire l’ernioplastica inguinale con tecnica laparoscopica, cioè in ambito di chirurgia mini-invasiva. In questo caso si praticano tre piccoli fori nell’addome che permettono il passaggio degli strumenti e della telecamera. Come nel caso dell’intervento tradizionale poi si procede con il reinserimento dell’ernia nell’addome e con l’applicazione della rete che fa da rinforzo della parete muscolare. La tecnica laparoscopica offre risultati ottimi in quanto a dolore, ripresa post-operatoria e tenuta della rete. Si tratta comunque di un intervento  che richiede l’anestesia generale. Un’altra differenza rispetto alla tecnica tradizionale è che in questo caso l’intervento non riguarda solo i tessuti superficiali  ma vi è la necessità di entrare nella cavità addominale.

Quando è da preferire l’intervento laparoscopico?

Ci sono alcuni casi in cui la tecnica laparoscopica offre importanti vantaggi. Un esempio sono le ernie inguinali bilaterali, che con la tecnica tradizionale richiederebbero due incisioni inguinali, con la laparoscopia invece sono sufficienti tre piccole incisioni. Inoltre in caso di ernia recidiva già operata per via anteriore la laparoscopia consente di evitare di passare attraverso i tessuti su cui si è eseguito l’intervento precedente. In ogni caso, la scelta della tecnica chirurgica da utilizzare spetta al chirurgo, che sceglierà anche considerando le caratteristiche del paziente, come l’età e lo stato di salute generale.