Fumo, se smetti l’infiammazione si riduce solo dopo diversi anni

Smettere di fumare è sempre la scelta giusta, a qualsiasi età, anche se è meglio farlo prima che poi. Chiudere con questo dannoso vizio ha un effetto favorevole nel ridurre i valori della proteina C reattiva, un importante marcatore di infiammazione, anche dopo i 50 anni. Il vantaggio non è però evidente a breve termine, ma solo dopo diversi anni dalla cessazione del fumo. La scoperta arriva dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ed è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Vanessa Licia Siracusano, oncologa di Humanitas.

 

Il ruolo della proteina C reattiva

“La proteina C reattiva, o PCR – spiega Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica all’Int – è un marcatore importante dell’infiammazione acuta o cronica, che si associa a un alto rischio di mortalità per malattie croniche polmonari, cardiovascolari e per molti tumori. Questo studio dimostra che smettere di fumare è utile anche dopo i 50 anni, ma che è possibile abbattere il rischio in chi ha una PCR elevata agendo sugli altri fattori che possono ridurla, come alcuni farmaci anti-infiammatori, una dieta più sana, e una regolare attività fisica”.

 

Un effetto favorevole, ma a lungo termine

Lo studio, condotto su oltre 3.000 fumatori in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha definitivamente chiarito che smettere è utile a qualsiasi età. “In quello che è il più ampio studio prospettico disponibile finora – aggiunge Silvano Gallus, del Laboratorio di Epidemiologia degli Stili di Vita al Mario Negri – abbiamo dimostrato che la cessazione del fumo ha un effetto favorevole, sebbene a lungo termine, nel ridurre i valori della PCR. Dal momento che ci vogliono diversi anni perché la PCR si riduca, lo studio ribadisce l’importanza di smettere di fumare il più presto possibile”.

Dott.ssa Licia Siracusano: