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Allergie e asma

Allergie, ecco come funzionano “fuori stagione”

22/10/2018

Se per gli allergici una passeggiata all’aria aperta in primavera è quasi proibita, per via di starnuti continui, naso che cola e occhi lacrimanti, il periodo autunnale potrebbe rivelarsi anche peggiore. Le allergie infatti non conoscono stagioni. Dopo pollini, graminacee e fioriture in primavera, a far starnutire e colare il naso in autunno arrivano gli acari della polvere, le muffe e i nuovi pollini. Abbiamo approfondito l’argomento con il professor Giorgio Walter Canonica, docente di Medicina Respiratoria e Allergologia all’Humanitas University.

 

Cause di allergia in autunno

“Complice anche il cambiamento climatico degli ultimi anni, che ha reso fastidiose a chi soffre di allergie piante che un tempo erano innocue in questa stagione, i mesi di ottobre e novembre hanno un clima che favorisce la diffusione dei pollini di alcune piante”, ha spiegato l’esperto.

Muffe e acari, inoltre, diventano ospiti indesiderati tra le mura di casa: “Non ci si aspetterebbe è di soffrire di allergie anche in ambienti chiusi e domestici – ha proseguito Canonica -. Invece, durante i mesi autunnali, facilitati dal tepore dei riscaldamenti, proliferano in casa allergeni come le muffe e gli acari della polvere”.

Il naturale clima umido dell’autunno, dovuto in particolare alle piogge di stagione, unito al calore dei termosifoni in casa, sono una combinazione perfetta per dare vita ad alcune muffe (come l’aspergillus o la alternaria), che proprio in ambienti chiusi e poco areati, come sgabuzzini, garage e cantine, trovano un habitat ideale per sopravvivere e diffondersi.

“Un  altro pericolo per quanto riguarda le allergie ‘domestiche’ sono gli acari della polvere – ha aggiunto il professore -. Sono piccoli animaletti simili a dei ragnetti, non visibili a occhio nudo, che diventano ospiti indesiderati di tessuti, tappeti, divani e materassi. Lì, sopravvivono circa un mese e ogni giorno riescono a  liberare circa 2000 piccolissime particelle di escrementi che, se inalati, sono potentissimi allergeni”.

Come intervenire in caso di allergia autunnale?

Il primo passo per combattere le allergie tra le mura di casa è ovviamente un’accurata pulizia, utile a rimuovere in particolare la polvere in cui si annidano proprio gli acari e gli escrementi che causano starnuti e occhi rossi negli allergici. Nei momenti più acuti, quando la prevenzione e la ‘bonifica’ di materassi, divani, tappeti, tende e moquette non bastano, è necessario ricorrere agli antistaminici, su consiglio del medico. Per la diagnosi di allergie vengono utilizzati i cosiddetti prick test: si tratta di veloci test cutanei che attraverso l’iniezione e il contatto con la pelle di piccole quantità di determinati allergeni (muffe, acari, pollini e graminacee), ne rivelano le reazioni del nostro organismo. Per un’indagine più approfondita, a questo test si può aggiungere anche la ricerca attraverso un prelievo del sangue di specifiche immunoglobuline IgE: “Da qualche anno, nella pratica clinica, si ricorre anche alla diagnostica molecolare allergologica – ha spiegato il professore -: grazie a un prelievo di sangue è possibile identificare da 100 a 200 componenti dell’allergene responsabile della reazione allergica”.

 

L’importanza di cure personalizzate

La cura dedicata agli allergici è personalizzata e varia in base ai sintomi che ogni paziente manifesta. In generale però a tutti viene consigliato di eseguire 1-2 lavaggi nasali al giorno con una soluzione salina, per aiutare a togliere i pollini dalle narici e respirare meglio. “Per la rinite possono essere utili farmaci antistaminici o una combinazione di steroide inalatorio con antistaminico, in spray nasale”, ha spiegato Canonica, mentre chi soffre anche di fastidio agli occhi e congiuntivite deve “ricorrere a colliri antistaminici o a base di sodio cromoglicato, che riducono il bruciore e la lacrimazione”. Infine, se si vuole dire addio per sempre all’allergia esiste “l’immunoterapia specifica che grazie  alla somministrazione di dosi minime e progressive di acari, pollini o muffe, riesce nel 95% dei casi a desensibilizzare il paziente – ha concluso il professore -. L’immunoterapia viene somministrata per via sottocutanea o sublinguale, con cadenze che cambiano a seconda del tipo di allergene. La terapia, per essere efficace, deve essere portata avanti per almeno tre anni”.

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